Aversa. Maxi incendio viale Europa: il day after

E’ il day after del vasto incendio che si è sviluppato ieri nel capannone di Rascato, un’attività di termoidraulica in viale Europa ad Aversa.

Davanti agli occhi materiali di plastica fusi, vegetazione ed auto bruciata, palazzi confinanti danneggiati.

Il rogo – che ha colpito anche le strade adiacenti: Via Altavilla, Via IV Novembre – si è verificato ieri intorno alle 12. Numerose le segnalazioni dei cittadini ai centralini del 115.

I caschi rossi hanno mobilitato diverse squadre (giunte anche da fuori provincia) sul posto per spegnere il rogo che ha sprigionato una enorme nube di fumo nero che ha reso l’aria irrespirabile non solo in zona ma anche nei comuni limitrofi.

Le fiamme hanno lambito alcune abitazioni che sono in prossimità del deposito: distrutte anche 5 auto.

Qualcuno ha dormito fuori casa, da amici o parenti; altri hanno preferito restare nelle proprie abitazioni per paura di atti di sciacallaggio.

Per un nucleo familiare, invece, l’appartamento è inagibile come notiziato dai pompieri dopo il sopralluogo.

Sul posto, personale dei Vigili del Fuoco impegnato ad effettuare rilievi utili alle indagini e stabilire le cause dell’incendio.

Rilievi che dovranno stabilire l’innesco e la partenza delle fiamme che in molti ‘registravano’ proprio nel deposito Rascato ma proprio l’attività ha affermato che “l’incendio ha avuto origine in un terreno adiacente, dove c’erano dei container. Le nostre telecamere hanno confermato l’origine dell’incendio“.

Una tesi avvalorata anche da qualche residente della zona che hanno visto un principio di incendio partire proprio nel terreno adiacente all’attività.

Il proprietario del terreno nega, rispedendo al mittente le accuse.

Dopo aver pubblicato la dichiarazione a mezzo stampa della ditta Rascato, per par condicio, ci siamo messi alla ricerca del proprietario del terreno da dove secondo Rascato si sarebbero originate le fiamme che hanno portato al disastroso incendio.

Verso le 13, in via IV Novembre ad Aversa, abbiamo incontrato un omaccione visibilmente contrariato. Non ha voluto darci il suo nome, ne ha acconsentito ad una intervista video.

LE SUE PAROLE

Abbiamo scambiato alcune parole: “non esiste che le fiamme si sono originate nel mio terreno. Quando si è sviluppato l’incendio eravamo io e mio figlio a zappare l’erba alta. Nel terreno non c’è nulla di infiammabile. Ci sono dei container dove poniamo la roba della Madonna dell’Arco”.

In effetti come abbiamo potuto appurare sul terreno ci sono alcuni container, utilizzati per conservare il materiale che viene utilizzato per costruire i classici baldacchini per la festa del Lunedì in Albis.

C’è anche una cella frigorifero ma è spenta, disalimentata e vuota: anch’essa utilizzata come deposito.

Tra l’altro la cella frigorifero si trova lontano dal punto cruciale e non è stata interessata dall’incendio.

Il terreno allo stato è stato posto sotto sequestro e chiuso con una robusta catena.

Abbiamo anche sentito i residenti del condominio danneggiato dalle fiamme: tutti concordano nell’indicare il punto che ha originato l’incendio ma nessuno sa dire con certezza su quale lato del muro si siano originate le fiamme.

Ma il dibattito degli abitanti degli edifici vicini è centrato sulla domanda se uno stoccaggio simile di materiale plastico e infiammabile non necessiti di un opportuno piano/impianto antincendio dato che non è la prima volta che il deposito subisce un incendio.

Fatti che dovranno essere appurati dagli inquirenti e dalla Polizia Giudiziaria dei Vigili del Fuoco.

Stamattina era presente anche il candidato sindaco della coalizione civica di Aversa, Franco Matacena che ha portato la sua vicinanza alle famiglie.

Intanto è intervenuta anche l’Arpac installando, nei pressi del luogo dell’incendio, un campionatore ad alto volume per la ricerca di diossine e furani eventualmente dispersi in atmosfera.

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Redazione

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