Aversa riparte da Matacena
Aversa ha un nuovo sindaco: Franco Matacena.
Una lunghissima ed estenuante campagna elettorale cominciata il giorno della caduta dell’Amministrazione Golia è terminata oggi.
Turno di ballottaggio tra Franco Matacena supportato da sette liste di ispirazione civica contro Antonio Farinaro supportato da parte del controdestra: 8466 voti (57%) per Matacena e 6204 (42%) per Farinaro.
Cosa ci dice l’analisi di queste elezioni.
La prima cosa è che chi tradisce il popolo Aversano viene poi severamente punito nel segreto dell’urna.
I vari ‘Ci Credo’, rei di aver impersonificato la peggiore amministrazione dell’epoca Repubblicana, si sono dissolti come neve al sole. Di loro rimangono solo i brandelli e una scarsa rappresentanza in Consiglio Comunale.
Baldascino ha pagato una colpa non sua. Si è caricato sulle spalle una responsabilità gonfia degli errori della giunta Golia. In più è emersa una litigiosità interna alla sinistra degna delle migliori soap opere turche.
La gente aversana non ha creduto più a chi gli aveva promesso di cambiare Aversa. In effetti la città era stata cambiata ma sicuramente in peggio rispetto alle precedenti amministrazioni di centodestra.
Per anni abbiamo sentito la litania che i problemi della città erano erano l’eredità delle precedenti amministrazioni.
Un cantilena quasi molesta che non ha fatto presa sugli Aversani. Non so se Alfonso Golia fosse consapevole che quell’incarico dato alla Sogert (sappiamo come è andata tra pignoramenti sui conti correnti e stipendi) poi poteva determinare la fine della sinistra aversana. Come non ho mai capito se la sinistra fosse cosciente che molte scelte fossero fortemente divisive.
E dunque quei striscioni ‘io ci credo’ sono diventati poi stracci da utilizzare per le pulizie.
La sconfitta di Antonio Farinaro (a mio parere) ha la sola giustificazione nel tira e molla con Oliva. Oliva ha rinunciato a candidarsi a Sindaco spaccando Fratelli d’Italia ma portando la maggior parte dei voti a sostegno di Matacena. Questo ha causato che gli indecisi – a sua volta – si schierassero dalla parte del Presidente dell’Ordine dei Commercialisti.
Ma i risultati delle urne sono stati forti e chiari. Aversa voleva Matacena Sindaco fin dal primo turno. Troppa la distanza di voti tra Matacena e Farinaro.
E dunque Aversa riparte da Matacena. Riparte dopo una stasi politico/sociale/amministrativa che stava per trasformarsi in metastasi. Matacena eredita una città allo sbando. Deve ricostruire dalle macerie.
Matacena ha fatto colpo sugli Aversani perché ha parlato di cose che hanno colpito gli Aversani.
In primis la cultura.
Aversa ha il “petrolio” sotto i piedi e pare che nessuno se ne sia mai accorto. La cultura ad Aversa può essere facilmente trasformata in pane.
Poche città in Campania possono vantare la storia millenaria che ha Aversa. Se Procida è stata capitale della Cultura per quale motivo non potrebbe esserlo Aversa? Qualcuno disse che la cultura non si mangia. Invece la cultura si mangia e come!
Matacena ha sempre parlato dei parchi cittadini. Nota assai dolente. Di tutti i parchi è aperto solo il Parco Pozzi.
Il parco che si ha fatto sbeffeggiare da mezza Italia per il fatto che i bagni aprono dalle 18 del pomeriggio.
Dunque Matecena ha la possibilità di diventare il ‘Josi Della Ragione’ di Aversa. Ha tutte le carte in regola per diventarlo. Dipende solo da lui.
Ma ha anche detto che lui ascolta tutti ma decide sempre con la sua testa. Ciò in risposta a coloro che gli hanno dato del ‘Mondragonese”’cioè discepolo di Zannini.
Sono sicuro che sarà cosi, che deciderà sempre con la sua testa, senza influenze e ingerenze.
Ora la chiave del successo è solo nelle mani di Matacena. Gli Aversani non chiedono la luna ma solo una città più vivibile.
di Stefano Montone