Giudice di Pace, criticità e disservizi: proposte AIGA al ministro Nordio

L’Associazione Italiana Giovani Avvocati ha trasmesso una lettera al Ministro di Giustizia, Carlo Nordio, nella quale ha segnalato i diversi disservizi che affliggono gli Uffici del Giudice di Pace di ogni parte d’Italia, formulando delle proposte volte a risolvere quella che è, a tutti gli effetti, la più grande “emergenza” del comparto Giustizia.

Le cause principali delle inefficienze dei Giudici di Pace sono da individuarsi nell’atavica scopertura degli organici, tanto amministrativi quanto giudicanti, nonché nelle carenze di infrastrutture tecnologiche e nell’intempestivo adeguamento alla recente riforma “Cartabia” che ha portato con sé un processo di digitalizzazione spesso rimasto inattuato.

Le soluzioni proposte dall’AIGA al Ministro Nordio partono dalla richiesta di proroga del termine di entrata in vigore delle nuove – ulteriori – competenze dei Giudici di Pace, oggi fissato al novembre 2025, momento a partire dal quale una consistente fetta di contenzioso passerà dalle aule di Tribunale ai Giudici Onorari che hanno i propri ruoli già sovraccarichi.

Non solo, la proroga del predetto termine permetterebbe, inoltre, di porre in essere alcuni interventi idonei a risolvere in larga misura le problematiche che interessano gli Uffici del Giudice di Pace.

In primo luogo, dall’indagine svolta dall’AIGA, emerge che una parte consistente delle cause iscritte a ruolo riguarda il procedimento monitorio di ingiunzione.

Sul punto, al fine di potere alleggerire il peso di tali procedimenti, si potrebbe prevedere la possibilità di far emettere l’ingiunzione di pagamento direttamente agli avvocati. AIGA ha invitato il Ministro ad accogliere con favore le proposte di legge “Stefani” (DDL S. 978) e “D’Orso” (PDL C. 1374), che mirano a trasferire alla professione forense l’emissione delle ingiunzioni di pagamento, defaticando la Giustizia di Pace dal peso dei procedimenti monitori.

In secondo luogo, al fine di sopperire alla carenza del personale amministrativo, AIGA ha proposto di demandare alle Regioni l’organizzazione della Giustizia di Pace ovvero, come già avvenuto per la Regione Lombardia, incentivare la stipula di protocolli d’intesa tra il Ministero e gli enti territoriali per l’assegnazione del personale regionale presso gli Uffici dei Giudici di Pace, previa opportuna formazione.

In terzo luogo, Aiga ha proposto di rivedere il funzionamento degli Uffici Notifiche Esecuzioni e Protesti (UNEP), anch’essi fortemente in difficoltà.

Una gran parte delle competenze oggi affidate agli Ufficiali Giudiziari, infatti, ben potrebbe essere attribuita agli avvocati mediante un potenziamento del potere notificatorio ed esecutivo – si pensi al pignoramento presso terzi e/o alla ricerca dei beni da pignorare ex art. 492 bis c.p.c. – incentivando tutti i cittadini ad attivare un domicilio digitale.

Ulteriore suggerimento è stato quello di “privatizzare” gli Uffici Notifiche Esecuzioni e Protesti o, più precisamente, affidare le competenze di detti Uffici ad un libero professionista esercente una funzione di pubblico interesse, così come avviene in Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi ove è prevista la figura de “L’Hussier de Justice”.

Questa iniziativa, se concretizzata – afferma il Presidente Nazionale Carlo Foglieni – “consentirebbe di ricollocare molti operatori del comparto Giustizia, oggi addetti agli U.N.E.P., presso gli Uffici dei Giudici di Pace e dei Tribunali, senza alcun aggravio per la spesa pubblica. Esprimiamo grande fiducia per il recepimento positivo, da parte del Ministro Nordio – continua il Presidente Nazionale Carlo Foglieni – delle proposte concrete della giovane avvocatura italiana, affinché la situazione dei Giudice di Pace possa migliorare così da garantire a tutti i cittadini una giustizia di prossimità più efficiente”.

Redazione

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