Bullizzata e minacciata a scuola ed anche sulla chat della classe
“Ancora viva sei ?”. “Ritardata del c… hai rotto i c….”. “Anoressica di m… Stai un pò zitta”. “Ancora parli? Stai zitta. E’ meglio se muori di cancro, tu e i tuoi genitori”.
Queste sono alcune delle decine e decine, centinaia di offese, minacce ed umiliazioni che nel corso degli anni una alunna del 5° anno di un Istituto Tecnico cittadino, da poche settimane maggiorenne, ha dovuto subire da parte di un suo coetaneo compagno di scuola, prima di trovare la forza di venire in Questura a denunciarlo.
Tali offese e minacce, ha precisato la giovanissima vittima in sede di denuncia, durano da lungo tempo, e le vengono sistematicamente rivolte dal compagno di scuola nelle più diverse circostanze.
In svariate occasioni, infatti, quest’ultimo l’ha fatta bersaglio di pesantissimi insulti sia in presenza degli altri compagni che nella chat di gruppo su Whatsapp.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso, a dire della ragazza, è stato quanto accaduto in occasione della organizzazione della cena di classe in vista dei prossimi esami di maturità.
Qui, sulla chat di gruppo, mentre ognuno interveniva con una propria proposta su come passare la serata, il compagno di scuola ‘persecutore’ ha iniziato a prendere di mira la vittima insultandola pesantemente ed immotivatamente, per poi intimarle ripetutamente di stare zitta con epiteti volgari ed umilianti.
Quando poi, nella mattinata di ieri, in presenza di altri compagni di classe il soggetto ha iniziato ad augurare la morte a lei ed ai suoi genitori, la giovane vittima non ce l’ha più fatta ha denunciato l’aguzzino.
Al termine degli atti di Polizia Giudiziaria, in allegato ai quali sono stati acquisiti tutti gli screenshot a prova della persecuzione alla quale è stata sottoposta nel corso del tempo, il compagno di classe della giovanissima vittima è stato denunciato alla Procura della Repubblica per i reati di stalking e minacce.
“La violenza di genere, gli atti persecutori ed il bullismo, oltre a rappresentare forme di reato particolarmente odiose in quanto commesse a danno di vittime spesso non in grado di potersi difendere, rappresentano un grave problema culturale”, ha evidenziato il Questore della Provincia di Bolzano Paolo Sartori.
“La Polizia di Stato è da sempre in prima linea, anche con Progetti specifici, nell’incoraggiare una cultura della parità di genere, dell’uguaglianza e del rispetto delle libertà, con lo scopo di eliminare retaggi culturali e discriminazioni, nonché con l’obiettivo di aiutare le donne a difendersi, a chiedere aiuto ed a denunciare le violenze subite”.