Anche a Napoli è caccia al Fentanyl illegale: Asl avvia indagine
Presto sarà possibile sapere se il Fentanyl illegale è presente nei mercati della provincia di Napoli e se ne esistono consumatori.
È infatti partito lunedì 27 maggio, come ha appreso la Dire, un programma di osservazione su circa 600-700 persone, soggetti dipendenti da oppiacei e utenti del dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asl Napoli 2 Nord, diretto da Vincenzo Lamartora.
“Tutti i giorni – spiega Lamartora – gli abusatori di oppiacei vengono sottoposti ad analisi dell’urina, che ci consentiranno di riscontrare eventuali positività al Fentanyl”.
Questa prima fase di test durerà 15 giorni, fino al 10 giugno.
Lo stesso procedimento verrà eseguito a distanza di un mese, di sei mesi e di un anno, per un monitoraggio continuo.
NON SI PUÒ ANCORA PARLARE DI EMERGENZA
Al momento, in Italia non possiamo ancora parlare di un’emergenza Fentanyl, che è invece una realtà negli Stati Uniti, dove provoca oltre 70mila morti all’anno e rappresenta la principale causa dei decessi per overdose.
Mercato primario per numerose organizzazioni di narcotrafficanti transnazionali, gli Usa sono letteralmente inondati di Fentanyl: nel 2022, la Drug Enforcement Administration ha sequestrato oltre 6 tonnellate in polvere e 59,6 milioni di compresse contraffatte contenenti la sostanza.
E l’Europa non è immune. Nel 2021 gli Stati membri dell’Unione europa hanno riportato 137 decessi associati al Fentanyl, nessuno in Italia.
Nel nostro Paese l’attenzione è comunque alta e il ministero della Salute ha innalzato l’allerta, a livello 3, attivando un Piano nazionale di prevenzione che prevede l’invio dell’allerta alle forze di polizia e a tutte le amministrazioni competenti affinché sia rafforzata la rete di monitoraggio territoriale.
IL CASO DI PERUGIA
È accaduto dopo che, ad aprile, è stata riscontrata la presenza di Fentanyl usato come sostanza da taglio in una dose di eroina sequestrata a Perugia.
Era la prima volta che veniva accertato in Italia.
“Se esistono casi come quello di Perugia in Campania? Al momento non lo sappiamo, ma – risponde Lamartora – per i comuni di pertinenza dell’Asl Napoli 2 Nord sapremo dirlo dopo il 10 giugno, al termine della prima fase di osservazione”.
Se nessuna analisi dovesse indicare positività “vorrà dire che il Fentanyl non è ancora consumato in modo significativo e rilevabile nel territorio della nostra Asl”.
E se, invece, l’esito fosse positivo? “La nostra osservazione – rimarca il direttore del dipartimento Dipendenze Patologiche dell’Asl Napoli 2 Nord – punta proprio a verificare la penetrazione nel territorio. La maggior parte degli abusatori di oppiacei compra gli stupefacenti ‘in sede’, cioè nei luoghi stessi in cui li consuma, ovvero entro un raggio di qualche decina di chilometri”.
“Se dai test eseguiti in un anno e mezzo non dovessero risultare positività al Fentanyl, potremmo affermare che la sostanza non è arrivata in queste zone in modo significativo. O, magari, potremmo pensare che la criminalità locale ci tiene di più a vendere altri prodotti, come la cocaina o il crack”.
È lecito, infatti, quando si parla di droghe, domandarsi anche quanto gli interessi delle organizzazioni criminali influenzino i consumi.
“Possiamo fare un esempio. A Cerignola, in provincia di Foggia, dove c’è una storica piazza di spaccio, per decenni gli abusi di eroina sono stati poco rilevanti perché la criminalità faceva arrivare soltanto la cocaina. Con l’eroina si può essere curati con il metadone, mentre, non essendoci un farmaco specifico, dalla cocaina si resta dipendenti”.
Quindi, “se fra due anni scopriremo che in Basilicata c’è il Fentanyl, in Puglia, nel Lazio e o in Umbria c’è il Fentanyl, e in Campania no, potremo supporre che c’è un interesse specifico della criminalità a non farlo arrivare. Altrimenti, il Fentanyl ci sarà anche in Campania”.
I PERICOLI DEL FENTANYL
L’attenzione è alta perché il Fentanyl, un oppioide sintetico con effetti simili alla morfina e impiegato a scopo analgesico e anestetico, se usato illegalmente, prodotto clandestinamente e distribuito attraverso i mercati della droga, diventa una sostanza pericolosissima, 50 volte più potente dell’eroina.
Ma c’è di più. Essendo un oppiaceo sintetico, realizzato in laboratorio, costa poco.
“Circa 10 euro a dose, anziché 100 euro dell’eroina pura. Insomma – conferma Lamartora – il Fentanyl è di facile acquisto: se hai 10 euro in tasca puoi comprare una dose. E tutti hanno 10 euro in tasca, anche gli adolescenti, che spendono meno senza sapere che stanno acquistando una dose 50 volte più potente dell’eroina”.
“Se, per esempio, fino al giorno prima un soggetto ha assunto un grammo di eroina, dovrebbe consumare un cinquantesimo di grammo di Fentanyl. Ma gli abusatori non fanno queste equivalenze algebriche, e quindi, rischiano di morire di overdose”.
I RISCHI PER I GIOVANI
Il rischio è elevatissimo per la popolazione giovanile, “soprattutto – dice Lamartora – quello di morte accidentale. Mentre gli adulti sono più abitudinari nei consumi, i giovani sono più propensi alle sperimentazioni, e rischiano un’overdose, senza esserne assolutamente consapevoli”.
A questo dato si aggiunge il fatto che una delle principali ‘piazze di spaccio’ del Fentanyl è il web, maggiormente impiegato da giovani e giovanissimi.
Insomma, il Fentanyl uccide, ma se non causa un decesso “genera molto molto rapidamente dipendenza – sottolinea Lamartora – ed è una sostanza che crea profonda confusione mentale, può causare delle allucinazioni e deliri”.
“Un consumatore di Fentanyl dondola sulle proprie gambe, tenendo gli occhi chiusi, la testa bassa, sembra addormentato, sembra un lampione che oscilla al vento. Ecco perché viene detta la droga degli zombie: negli Stati Uniti ci sono marciapiedi interi di persone che ciondolano come zombie”.