Omicidio fratelli Marrandino, killer confessa: il movente non convince
“Ho sparato per una questione di viabilità”. Antonio Mangiacapre ha ammesso di aver fatto fuoco su Marco e Claudio Marrandino, 39 e 29 anni di Cesa, uccisi con diversi colpi di pistola nei pressi dello svincolo dell’Asse Mediano della Nola-Villa Literno tra Orta di Atella – Succivo.
Il gip del tribunale di Napoli Nord – Aversa ha convalidato il fermo eseguito dai Carabinieri su disposizione della locale Procura.
UN MOVENTE POCO CHIARO
Durante l’interrogatorio odierno, l’operaio ha confessato di aver premuto il grilletto in seguito ad una lite per questioni di viabilità.
Una versione che ancora oggi non convince gli inquirenti. Sotto la lente di ingrandimento sono finiti i cellulari, sia delle vittime sia dell’assassino, da cui potrebbero emergere ulteriori scenari.
Dopo 3 giorni dal duplice delitto, è ancora luci ed ombre sul movente.
LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO
I fratelli Marrandino viaggiavano a bordo di una Bmw di colore bianco quando sono stati affiancati da Mangicapre, a bordo di un’altra auto.
Le telecamere di sorveglianza immortalano le auto ferme. Mangiacapre scende e spara prima a Claudio, lato passeggero. Marco esce dalla vettura e prova a scappare a piedi, venendo ucciso con alcuni colpi alle spalle.
Una scena che è stata vista dai Carabinieri che si trovavano lì in zona. Poi l’inseguimento per arrestare Mangiacapre, quest’ultimo ha esploso diversi colpi di pistola anche alla gazzella dell’Arma.
L’AUTOPSIA
Intanto, nei prossimi giorni, l’autopsia sui corpi di Marco e Claudio che si svolgerà all’istituto di Medicina Legale di Giugliano in Campania.
Il consulente della Procura dovrà accertare le cause che hanno provocato la morte dei due fratelli.
All’autopsia potrebbero partecipare anche consulenti nominati dai legali della famiglia Marrandino e dell’indagato.
LA FIACCOLATA
Intanto ieri sera a Cesa, dove le due vittime vivevano, si è svolta una veglia di preghiera per Marco e Claudio.
“Vedere la comunità raccolta intorno alla famiglia Marrandino mi ha fatto comprendere, ancora di più, quanto siamo scossi, lacerati da questa vicenda – racconta il sindaco Enzo Guida -. Il dolore dei genitori, il dolore di Rosa, la moglie di Marco, il dolore di Federica, la fidanzata di Claudio, il dolore dei fratelli Giovanni e Michele, lo possiamo solo immaginare e non può essere paragonato a quel che stiamo provando tutti”.
“La popolazione ha risposto all’invito alla preghiera ed al raccoglimento formulato dal Parroco e dall’Amministrazione Comunale, perchè c’era un bisogno di esprimere sentimenti, perchè c’era il bisogno di essere vicini alla famiglia Marrandino”.
“Ho lanciato un appello e spero che giunga ad Antonio Mangiacapre. Spiega perché hai commesso questo gesto. Dai una ragione, una motivazione, qualunque essa sia: c’è una famiglia che non si dà pace, c’è un paese sbigottito”.
“Sei anche tu padre, prova per un attimo, a metterti nei panni dei genitori di Marco e Claudio e capirai il senso di questo appello”.
Marco lascia la moglie Rosa (originaria di Casaluce; ex avvocato, oggi insegnante) ed i 2 figli, Antonia di 6 anni e Francesco di 4 anni; Claudio era fidanzato e conviveva con Federica, una ragazza di Carinaro.