La tua vagina sta bene? I segnali da non trascurare

Tutte pensano di conoscere abbastanza della vagina eppure tanti fastidi, sintomi, dolori anche nei rapporti sessuali, da giovani e non solo dopo i 50 anni, possono essere la spia di problemi trascurati.

Se da una parte le ragazze più giovani dovrebbero essere le più consapevoli, complice un’informazione sanitaria più accessibile anche via social, solo le donne più mature, davanti al problema, lo affrontano ricorrendo all’aiuto dello specialista.

Quali sono i segnali, tanto funzionali quanto visivi, per sapere se la propria vagina sta bene?

I SEGNALI DA NON TRASCURARE: DALLA PERDITA DI PIPÌ AL DOLORE

“Da un punto di vista funzionale i segnali possono essere tutti quei cambiamenti che nel corso della vita di una donna possiamo rilevare. Parliamo del menarca, delle mestruazioni, dei rapporti sessuali, del parto fino alla menopausa”.

I segnali vanno rintracciati in “concomitanza di questi importanti ‘passaggi”, esordisce alla Dire l’ostetrica Nicoletta Murgia Mancini.

“È importante che la donna si sottoponga a delle consulenze specifiche. I segnali visivi non sono così evidenti. Osservando esteriormente la vulva non è possibile rendersi conto se c’è qualcosa che non va a meno che non ci si trovi davanti ad un problema di tipo proctologico (vedi le emorroidi)”.

“Serve attivare maggiore consapevolezza- aggiunge l’ostetrica- che unisca da una parte una ‘cultura’ dei controlli periodici e dall’altra l’idea che non bisogna accettare ad esempio quel problema ginecologico o il dolore. Alle donne che soffrono di perdite urinarie che possono sopraggiungere a qualsiasi età e non solo dopo il parto dico: non subite passivamente quello che accade al vostro corpo”.

LE GIOVANI HANNO VESCHICHE IPERATTIVE E DIFFICOLTÀ DI ORGASMO, LE OVER PESO PELVICO

“Nelle giovani- spiega l’ostretrica- riscontro soprattutto un problema di ipertono del pavimento pelvico, vulvodinia, cistiti ricorrenti, vesciche iperattive o anche difficoltà a raggiungere l’orgasmo. Sembra impossibile ma molte ragazze non sanno proprio cosa sia avere un orgasmo”.

“Mentre nelle donne più mature nel mio lavoro riscontro problemi legati alla sensazione di peso pelvico, perdita di urine o incontinenza vera e propria legata soprattutto ad eventi stressogeni (fare le scale, ridere o altre sollecitazioni del pavimento pelvico) o problemi che ricadono nell’ambito proctologico dalle emorroidi alle perdita di gas o peggio delle feci”.

UNA VAGINA SANA MIGLIORA PENETRAZIONE E ASSICURA PIACERE

“Una vagina sana e consapevole- sottolinea Murgia Mancini- assicura maggiore piacere alla donna perché consente di eliminare tutti quei fattori che possono comportare un dolore alla penetrazione e di conseguenza l’impossibilità di raggiungere il piacere e l’orgasmo. Ma non c’è solo il dolore”.

“Pensiamo ad esempio al periodo dopo il parto o dopo un intervento ginecologico con conseguenti esiti cicatriziali che modificano la dinamica e la sensibilità vaginale. Tutto questo di conseguenza si riflette sul pavimento pelvico che è la nostra fonte di sensibilità”.

“Per questo è importante, quando necessario, fare riabilitazione specifica. Il problema è che la spesa delle sedute di riabilitazione ricade quasi sempre interamente sulla donna perché nel Ssn ci sono lunghe liste d’attesa. A volte si tratta anche di anni”.

DONNE SI VERGOGNANO E TROPPO ABITUATE A SOPPORTARE DOLORE

“Le donne under 30 hanno molta difficoltà a parlare dei loro problemi così come le donne adulte provano vergogna ad affrontare con lo specialista l’incontinenza urinaria e/o di gas che le affligge. Entrambe le categorie di donne però sono unite dal fatto che conoscono poco il corpo: non conoscono la distinzione tra vagina e vulva e tra piccole e grandi labbra”.

“Eppure parliamo di donne scolarizzate e con un buon livello sociale. Il sesso poi ….’questo sconosciuto’- dice l’ostetrica- Non sanno proprio da dove partire: non si conoscono e per questo hanno difficoltà a masturbarsi. La ragione di questa scarsa consapevolezza di sè da una scarsa attenzione sociale a queste tematiche e dalla fretta che scandisce le nostre giornate”.

“Non è infrequente che nel trattamento delle ragazze venga attivato un protocollo che vedo in parallelo il trattamento riabilitativo per dolore cronico associato ad un percorso psicologico. I ritmi serrati all’università e al lavoro portano a trascurare i problemi e a cronicizzarli”.

IL PAVIMENTO PELVICO: A COSA SERVE E PERCHE’ NON VA TRASCURATO

Tante le donne che si accorgono, magari dopo una gravidanza o con l’avanzare dell’età, di avere un pavimento pelvico e di doverlo trattare per non incorrere in problemi coma la perdita dell’urina: il rischio è dio diventare incontinenti.

“Se il pavimento pelvico non è al top della sua forma – aggiunge l’ostetrica- ce ne accorgiamo. Direi a tal proposito che i segnali più comuni sono le perdite urinarie di notte o durante il giorno. In ogni caso anche in assenza di sintomi consiglio sempre al termine di un percorso importante come la gravidanza, il parto o la menopausa di fare un check- up della salute pelvica. Se si trascura il problema ovviamente si riscontra un peggioramento del sintomo con evidente peggioramento della qualità della vita”.

CISTITI RICORRENTI E PAVIMENTO PELVICO: IL NESSO C’È

“Le cistiti– altro grande tema che impatta moltissimo sulla qualità di vita delle donne di tutte le età- sono legati ad una cattiva salute del pavimento pelvico– spiega l’esperta- e anzi sono uno dei motivi per cui le pazienti si sottopongono ad un percorso di riabilitazione. Non bisogna trascurare l’igiene quotidiana intesa come cura della persona a 360 gradi che spazia dall’alimentazione all’idratazione, a come sedersi correttamente sul water etc”.

 GIOIE E DOLORI POST PARTO: COSA FARE DOPO

“Ipotonia del pavimento pelvico e scarsa sensibilità sono problemi comuni, per questo è sempre consigliato un percorso di riabilitazione dopo il parto. In particolare superati i 40 giorni le mamme– ecco il consiglio che spesso non viene dato ne seguito- dovrebbero prenotate un check up dallo specialista di fiducia e programmare poi un percorso di riabilitazione”.

“Dovrebbe essere una tappa ‘obbligatoria’ per la donna ma certamente con la nascita del bambino può essere difficile conciliare le cose ma vale la pena soprattutto per le donne che hanno avuto un parto vaginale. Questo perché i tessuti si sono stirati, talvolta si possono essere strappati o tagliati, si parla di episiotomia, con un più difficile recupero della sensibilità e del tono. Il recupero in autonomia non può avvenire, perciò la riabilitazione è essenziale”, conclude Murgia Mancini.

Redazione

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