Aversa. Rapinò mamma col figlio piccolo nel cortile di casa: fermato

Lo scorso 8 luglio aveva rapinato – a volto coperto – una mamma col figlio piccolo nel cortile di casa, in via Andreozzi ad Aversa.

Dopo circa 10 giorni, è stato arrestato a Castel Volturno (CE) dalla Squadra Mobile di Caserta e dal Commissariato di P.S. di Aversa, a seguito delle indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord – Aversa.

A finire in manette, un 40enne del posto, gravemente indiziato anche di due tentativi di rapina, posti in essere rispettivamente in Villa Literno e in Trentola Ducenta.

LA RAPINA AD AVERSA

In particolare – l’8 luglio scorso –  in via Andreozzi ad Aversa, l’uomo, travisato da una mascherina azzurra ed armato di pistola, rapinò una donna a bordo della sua auto, insieme al figlio di pochi mesi, mentre parcheggiava nel cortile della sua abitazione.

Nella circostanza, il malfattore le strappava una collana che la donna indossava e si faceva consegnare gli anelli in suo possesso, nonché la somma di € 300 contenuta nel portafogli.

Sul posto intervennero gli agenti di PS del Commissariato di Aversa che raccolsero la testimonianza della donna.

Dalla visione della videosorveglianza installata nel condominio, è emerso che il rapinatore era giunto sul luogo della rapina a bordo di una Fiat Panda grigia con delle targhe rubate la stessa mattina a Villa Literno.

Le indagini hanno accertato che una vettura dello stesso modello e colore utilizzata per consumare la rapina era transitata nella via dove era stata trafugata la targa suddetta.

Una volta risalito al contrassegno originale del veicolo, quest’ultimo risultava intestato ad una società di ‘noleggio’, presso la quale veniva individuato l’attuale utilizzatore.

LO STESSO ‘MODUS OPERANDI’

Le indagini hanno evidenziato che prima della rapina commessa ad Aversa, erano state tentate analoghe condotte predatorie in Trentola Ducenta e in Villa Literno.

Un uomo che viaggiava a bordo di una Fiat Panda di colore grigio che utilizzava identico ‘modus operandi’ – in danno di donne che si accingevano a parcheggiare le proprie vetture.

In tali circostanze, la presenza di testimoni aveva impedito la consumazione dei delitti.

I relativi approfondimenti investigativi permettevano di ricondurre con evidenza ad un unico soggetto la responsabilità dei tre episodi delittuosi, ovverosia l’utilizzo della stessa vettura, come dimostravano il colore ed un contrassegno apposto sulla parte posteriore della carrozzeria; la descrizione dell’autore fornita da vittime e testimoni, uno dei quali lo riconosceva fisicamente.

Inoltre, il sequestro presso la sua abitazione di alcuni capi di abbigliamento e di un paio di occhiali perfettamente corrispondenti alle descrizioni fornite dai presenti ed alle immagini riprese dai sistemi di video sorveglianza visionati.

Pertanto, sulla scorta degli univoci e gravi indizi acquisiti, questa Procura della Repubblica emetteva un decreto di fermo, eseguito dalla Polizia di Stato nonostante un inutile tentativo di fuga durato alcune ore dell’indiziato, risultato essere già gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, contro la persona ed evasione.

In sede di giudizio di convalida, l’Ufficio del G.I.P. – condividendo appieno il quadro accusatorio – applicava la misura cautelare della custodia in carcere.

Redazione

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