Covid, cosa sappiamo della variante Kp3: sintomi e cure

I contagi di Covid risaliti in questi ultime settimane sono spinti dal variante Kp3.

A spiegarne le caratteristiche è Fabrizio Pregliasco, Direttore Sanitario dell’IRCCS Ospedale Galeazzi – Sant’Ambrogio e Professore associato di Igiene Generale e Applicata presso la sezione di Virologia del dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano.

“La Kp3 di Covid, ora dominante in Italia, appartiene alla famiglia di varianti Omicron, che, in generale, è meno patogena. La severità dei sintomi è tendenzialmente inferiore rispetto alle prime varianti del virus i più fragili. La popolazione inoltre ora gode di un’immunità ibrida, dovuta sia alle infezioni contratte in precedenza sia alla vaccinazione. Un’immunità che offre una certa protezione, anche se non totale”.

Il virus del Covid-19 “è camaleontico e si caratterizza proprio per la sua capacità di mutare”, ma a differenza dei virus influenzali le varianti di Covid si sviluppano molto più frequentemente, circa ogni 4 o 6 mesi con un moto a onda.

Inoltre, il virus del Covid non è stagionale, per cui le mutazioni non dipendono dalle condizioni climatiche.

I sintomi della variante Kp3 sono simili a quelli delle altre varianti del Covid-19, ma generalmente meno gravi. Questi includono dei sintomi simil-influenzali, come: febbre; tosse; difficoltà respiratorie; perdita di gusto e olfatto.

“Le varianti Kp2 e Kp3 sono quindi tutto sommato benevole in termini di patogenicità. Questo ci tranquillizza, ma non ci deve fare abbassare del tutto la guardia”, dice Pregliasco.

“Per i casi gravi e soprattutto in pazienti anziani o che presentano altre patologie come diabete o problematiche respiratorie o cardiache, è disponibile in commercio un trattamento antivirale specifico. Tuttavia, per la maggior parte delle persone, un trattamento con antinfiammatori e qualche giorno di riposo è sufficiente”.

E per l’esperto “siamo in una fase di convivenza con il Covid-19, che richiede attenzione e buon senso. Riconoscere i sintomi della nuova variante Kp3, adottare misure preventive e seguire le raccomandazioni vaccinali può aiutare a ridurre il rischio di infezione e soprattutto proteggere le persone più vulnerabili” .

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Redazione

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