Quattro pronto soccorso per 900mila abitanti: “Situazione surreale”

La provincia di Caserta, in particolare dopo il lungo tragico periodo della pandemia, ha pagato anche in termini di servizi e strutture sanitarie.

Sul territorio provinciale per esempio troppi presidi ospedalieri hanno perso il pronto soccorso, sono stati chiusi nel tempo gli ospedali con annessi pronto soccorso di Roccaromana, Teano, Capua e San Felice a Cancello trasformati in Psaut (Presidio di Struttura Assistenziale).

Chiusi anche il pronto soccorso del Melorio di Santa Maria Capua Vetere e quello dell’ospedale di Maddaloni individuato ancora oggi come “Ospedale covid” e sottoposto da quasi un anno a lavori di ristrutturazione.

Restano gli ospedali di Aversa, Marcianise, Sessa Aurunca e Piedimonte Matese sedi di pronto soccorso.

“Oltre 900mila abitanti della provincia sono gestiti e serviti da questi presidi oltre che dall’Azienda Ospedaliera e dall’Azienda Sanitaria con i suoi distretti territoriali – spiega l’avvocato Maurizio Del Rosso, coordinatore Lega Caserta – molti, come spiegato sono stati trasformati in PSAUT, vale a dire in presidi assistenziali, ma PSAUT non significa pronto soccorso attivo, significa emergenze, urgenze territoriali o primo soccorso, ma non pronto soccorso”.

“Nello specifico i cittadini di Santa Maria Capua Vetere per esempio, e quelli delle conurbazioni, si accontenterebbero anche di un Psaut, considerato che l’Ospedale Melorio è chiuso da due anni, e al momento è stato trasformato in reparti medicina e lungodegenza. Una soluzione provvisoria per fronteggiare almeno le urgenze evitando spostamenti presso altri ospedali troppo distanti che si presentano difficili e faticosi”.

Sono quasi 10 anni che la Regione gestisce la sanità campana e casertana attraverso liste di attesa e soppressioni di reparti soprattutto negli ospedali di periferia.

“Rafforzando la medicina territoriale si potrebbero liberare gli ospedali da un carico gravosissimo di accessi, anche non urgenti. La situazione richiede interventi immediati e una gestione più efficiente e oculata delle risorse sanitarie. È importante che le autorità competenti facciano il possibile per garantire una corretta assegnazione delle risorse economiche e umane”, conclude Del Rosso.

Redazione

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