Il Fico d’India vittima della siccità

Produzione in calo del 30% per i Fico d’India ‘bastardoni’, tipici frutti di fine estate ottenuti dall’eliminazione tardiva del primo fiore.

Colpa della prolungata siccità che, flagellando da mesi la Sicilia, ha creato un forte stress alle piante.

Sono le previsioni del Distretto del Ficodindia di Sicilia, che detiene il monopolio del mercato italiano e oltre il 90% di quello comunitario.

Un danno per l’economia di questo frutto originario del Messico ma naturalizzato in tutto il bacino del Mediterraneo.

Il ‘bastardone’, per le sue caratteristiche organolettiche, è considerato il fiore all’occhiello della produzione, vantando una domanda in continua crescita, trainata anche dagli aspetti esotici che tanto piacciono al mercato.

L’assenza di piogge negli ultimi quindici mesi ha anche alterato il ciclo produttivo delle piante, anticipando la maturazione dei frutti, come quello che è accaduto al ficodindia ottenuto dalla prima fioritura il cui andamento procede bene.

I cambiamenti climatici stanno evidenziando con tutta la loro forza quanto sia importante l’acqua per ottenere produzioni di pregio, anche per una specie subtropicale come il ficodindia; e questo nonostante la sua superiore resistenza agli stress idrici.

Per produrne 1 kg servono circa 20 litri di acqua all’anno, quindi una quantità minima rispetto, ad esempio, ai 60 litri per l’arancia e 80 litri per kg di mele.

Molti scommettono che sarà il Fico d’India il frutto del futuro, anche alla luce dei cambiamenti climatici con stagioni sempre più calde e lunghi periodi con poche piogge.

Gli esperti assicurano che con meno acqua a disposizione, i frutti abbiano sì dimensione minore, ma un elevato contenuto nutrizionale, con un maggiore tenore di vitamina C, zuccheri e betalaine.

Che cos’è il fico d’India?

Il fico d’India o ficodindia (Opuntia ficus-indica  è il frutto di piante della famiglia delle Cactaceae. Le piante appartenenti a questo genere preferiscono i climi caldi e asciutti. I frutti sono ricoperti da spine o, in alternativa, da setole; il loro colore può variare sia nella buccia che nella polpa, che avvolge semi dalla forma discoidale, anch’essi di diversi possibili colori.

Quali sono le proprietà nutrizionali del fico d’India?

Il 92% dell’energia contenuta in un fico d’India, 53 Calorie per 100 g, si presenta sotto forma di carboidrati, che costituiscono il 50% circa della polpa e il 30% della buccia del frutto; per il resto, il 6% corrisponde a proteine e il 2% a lipidi.

Sono inoltre presenti tracce di vitamina C e 1 mg di sodio ogni 100 g di frutto.

Il colore della polpa dipende dalla presenza di composti betalainici; in particolare, la betanina conferisce una tonalità rosso-porpora mentre l’indicazantina la colora di giallo. Al suo interno sono presenti biotioli, taurina, flavonoli, tocoferoli e carotenoidi.

La buccia contiene invece calcio, ferro, potassio, magnese, magnesio, sodio e selenio, i semi sono ricchi di fosforo e zinco e gli oli ottenuti da buccia e semi sono buone fonti di acidi grassi polinsaturi.

Stagionalità del fico d’India

Il mese dei fichi d’India è tipicamente settembre; i primi vengono raccolti alla fine di agosto, ma le specie più tardive arrivano anche a maturare a novembre.

Possono essere conservati a lungo in frigorifero, ma la scelta migliore è consumarli quanto prima possibile, dopo un massimo di 2 giorni al freddo.

Quando non mangiare il fico d’India?

Il fico d’India potrebbe potenziare l’effetto ipoglicemizzante esercitato da farmaci come la metformina, la gliburide, il rosiglitazone e l’acarbosio.

Inoltre si ritiene che potrebbe aumentare la diuresi nei pazienti in trattamento con diuretici come la furosemide e l’idroclorotiazide. Non esistono però molte prove di queste interazioni.

Possibili benefici del fico d’India

Il fusto ha trovato impiego a scopo medicinale, in particolare nel trattamento dell’ipercolesterolemia, nel controllo della pressione e contro:

  • acidità gastrica
  • ulcera
  • affaticamento
  • dispnea
  • glaucoma
  • problemi del fegato e per curare ferite

Alle pale sono state inoltre attribuite proprietà antinfiammatorie utili in caso di edema, artrosi, pertosse e per prevenire l’infezione di ferite.

Possibili controindicazioni del fico d’India

In commercio sono disponibili diversi prodotti a base di fico d’India, dai succhi alle capsule. Il consiglio principale è di evitarne l’assunzione durante la gravidanza e l’allattamento, in quanto non sono stati effettuati studi clinici per valutarne la sicurezza.

Più in generale, è bene ricordare che il fico d’India può scatenare reazioni da ipersensibilità, soprattutto sotto forma di dermatiti.

È stato inoltre riportato almeno un caso di cheratocongiuntivite e alcuni di granuloma; questi ultimi sono stati scatenati dal contatto con le spine.

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Redazione

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