Tenta il suicidio dal quarto piano: salvato dalla Polizia
Tenta il suicidio lanciandosi dal tetto, salvato dagli agenti della Polizia di Stato: l’intervento a circa 15 metri di altezza.
Sono da poco passate le 19 di ieri sera, quando al 112 Nue perviene una segnalazione relativa a un uomo che si trova sul tetto di un condominio di 4 piani: l’uomo minaccia di gettarsi di sotto.
L’INTERVENTO
Domenico e Francesco, due poliziotti delle Nibbio, le pattuglie motomontate dell’UPGeSP, ed altre due pattuglie della Squadra Volante, si recano velocemente all’indirizzo senza utilizzare sistemi di allarme visivi o sonori. Uno dei poliziotti rimane in strada a coordinare l’arrivo dei mezzi di soccorso, mentre gli altri 5 si fanno aprire la porta dello stabile e salgono al quarto piano.
Qui un parente li attende, con una seconda copia delle chiavi, e permette loro di raggiungere la mansarda da cui l’uomo aveva fatto accesso ai tetti.
Attraverso due lucernai, possono notarlo seduto sul bordo del cornicione dello stabile mentre si sporge pericolosamente, col busto, di sotto.
I poliziotti, ormai sui tetti, cercano di richiamarne l’attenzione, ma non sortiscono l’effetto sperato, anzi il soggetto chiede che si allontanino, diversamente la farà finita.
IL DIALOGO CON L’UOMO
Così, rientrano nella mansarda e dai lucernai cercano di trovare il modo migliore per interagire con lui.
L’uomo si presenta in evidente stato di difficoltà fisica e psicologica, denutrito e disidratato: come spiegherà lui stesso a Domenico, l’operatore di polizia che riuscirà ad instaurare con lui un dialogo, dopo anni di malattia, proprio l’altro giorno ha ricevuto la diagnosi certa relativa a una patologia neurologica degenerativa, che fra le altre cose non gli permette di alimentarsi normalmente.
E così, in un momento di sconforto, nella speranza di trovare sollievo alle proprie sofferenze, si ritrova su quel cornicione.
Il poliziotto, intuendo dalla condivisione appena ricevuta che l’uomo inizia a fidarsi di lui, lo tiene impegnato nella conversazione e notando che ha la bocca secca, gli propone di bere dell’acqua, offrendosi di portargli una bottiglietta.
In questo modo l‘operatore, riesce ad avvicinarsi e, rimanendo a cavalcioni per evitare di perdere l‘equilibrio e cadere di sotto, si pone davanti all’uomo col proprio corpo, di fatto proteggendolo nel caso si sporga nuovamente in avanti.
Domenico rimane in questa posizione per quasi mezz’ora e utilizza questo lasso di tempo per dialogare ancora e posizionarsi in modo più stabile per intervenire in sicurezza.
IL SALVATAGGIO
Coordinandosi visivamente con gli altri agenti di Polizia rimasti a distanza sul tetto Gianfranco, Nicola, Massimo e Marco, fa loro un cenno col capo, in modo che i colleghi si avvicinino alle spalle senza fare rumore, e tutti insieme afferrano il malcapitato portandolo dentro casa, senza procuragli alcuna lesione nonostante la sua fragile corporatura.
Personale del 118 accompagnerà successivamente la persona tratta in salvo in ospedale per sincerarsi delle sue condizioni di salute e per medicargli alcune escoriazioni che si era procurato dopo essersi lanciato sulle tegole uscendo dal lucernaio.