Anziani legati ai letti dell’ospedale: spunta la testimonianza di un Oss

È scattata l’inchiesta interna ed un’altra avviata dalla Procura dopo la divulgazione di un video shock. Ora più passa il tempo e più ci sono conferme che non si trattava di casi isolati.

Nel reparto di neurologia dell’ospedale San Paolo diversi pazienti sono stati imbavagliati e legati ai letti con dei pezzi di lenzuola.

Arriva la testimonianza di una persona che si è rivolta al deputato dell’alleanza Verdi-Sinistra Francesco Emilio Borrelli.

“Ho letto l’articolo riguardo la situazione del reparto di neurologia dell’ospedale San Paolo – racconta l’uomo -. Purtroppo quella situazione è reale, io a fine gennaio, inizio febbraio ho assistito quale badante ad un anziano con 104 affetto da Alzheimer, che aveva avuto un ischemia, ero con regolare permesso del primario del reparto, perché l’ assistenza è permessa per i pazienti con 104”.

“Ogni sera arrivavo e lo trovavo legato al letto – prosegue -e pesantemente sedato con Quetiapina, ma nei casi in cui il paziente era più, diciamo, nervoso, non si facevano scrupoli a vederlo con valium intramuscolo. Più di una volta ho avuto battibecchi con gli infermieri perché le condizioni erano veramente disumane, ma mi rispondevano che io non avevo le competenze per parlare. I parenti non vollero denunciare anche se io li sollecitai a farlo”.

Una situazione che in quel reparto sarebbe stata la normalità

“Le persone ricoverate in quel reparto – prosegue ancora il testimone- per la maggior parte sono anziani inermi, che vengono sedati perché magari si lamentano per i dolori o perché chiamano gli infermieri una volta in più, è disumano”.

“Io, da badante prima e OSS dopo giro gli ospedali, e a parte qualche pecca qua e là, quello che ho visto in quel reparto non l’ho mai visto da nessuna altra parte. Sia chiaro che non si deve generalizzare, perché c’erano un paio di infermieri che facevano il loro lavoro veramente in modo professionale e con grande cuore, uno si chiamava Enzo ed era veramente una bravissima persona, ma purtroppo erano l’eccezione, perché gli altri erano veri e propri aguzzini”.

“Uno scenario inquietante e disumano quello che ci è stato raccontato – dichiara Borrelli-. Diventa, allora, ancora più urgente andare in fondo alla questione per approfondire e mettere in chiaro tutte le responsabilità”.

“Un reparto ospedaliero non può essere gestito come un lager. Ho già avuto modo di confrontarmi con i vertici Asl a cui ho segnalato anche questa ulteriore segnalazione e mi aspetto al più presto delle risposte”.

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Redazione

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