Camorra, il pos per vendere droga: risultava acquisto di abiti
La droga si pagava anche con il pos nel Casertano, tra Teverola e Carinaro.
Emerge dall’indagine dei carabinieri del comando provinciale di Caserta che hanno sgominato una organizzazione criminale, il clan Picca-Di Martino, eseguendo stamani 35 arresti in carcere, tre ai domiciliari e altre misure cautelari meno afflittive.
Secondo quanto emerso dall’analisi delle transazioni del pos, l’esercizio commerciale coinvolto era un negozio di abiti: in sostanza si comprava lo stupefacente facendo risultare che si erano venduti vestiti.
Sul fronte delle estorsioni sono una ventina quelle documentate tra quelle consumate e quelle tentate: le vittime invitate a casa dal capoclan per incutere un livello di soggezione maggiore.
Si tratta, ha detto il procuratore Gratteri insieme con i comandanti dei carabinieri presenti in conferenza stampa con il procuratore aggiunto Michele Del Prete: “di una camorra al passo con i tempi, in attività non solo estorsioni e droga ma anche riciclaggio che gli ha consentito di infiltrarsi nel tessuto economico, come dimostra il bar con fatturati da 900mila euro euro”.
La zona sul quale il clan agiva è quella sulla quale insiste l’area Asi.
I reati contestati, a vario titolo, sono associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, detenzione di armi, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti.
Tra gli arrestati figura anche l’elemento di spicco di un gruppo camorristico operante nella provincia di Caserta: si tratta di Aldo Picca, 67 anni, che con Nicola Di Martino, 54 anni, suo alter ego, guidava l’associazione a delinquere malavitosa.