Dottoressa aggredita in pronto soccorso

Una dottoressa del Pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria è stata aggredita ieri sera verso le 20 da “un’incivile che pretendeva di essere visitata subito.

L’aggressione non ha comportato gravi danni fisici solo grazie al pronto intervento di un altro operatore sanitario.

Sui danni psicologici attendo i tanti soloni che vorranno ‘tromboneggiare’ in merito”. Lo rende noto il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Gianluigi Scaffidi.

L’aggressore è stato identificato dalle forze dell’ordine.

“Non intendo aggiungere alcun commento – afferma ancora Scaffidi – perché già si sta parlando troppo sulla soluzione del problema, anche con sciocche invenzioni, mentre il Legislatore, che dovrebbe agire per dovere istituzionale, tace. Ciò che ho da dire è già stato reso pubblico anche in sede istituzionale nel Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico”.

“Pertanto – conclude – mi limiterò soltanto a segnalare il fatto alle Istituzioni competenti affinché tengano il conto delle aggressioni, perlomeno a fini statistici. Magari il Gom vincerà il campionato degli aggrediti”.

Esercito in ospedale Vibo contro aggressioni ai medici

Vigilanza decisa dal prefetto rimodulando i servizi dei militari

Per contrastare e prevenire il fenomeno delle aggressioni al personale sanitario, l’esercito vigilerà sull’ospedale di Vibo Valentia.

La decisione è stata presa dal prefetto Paolo Giovanni Grieco e rientra in un piano di rimodulazione dei servizi di vigilanza già operati dall’Esercito su obiettivi sensibili nel territorio vibonese nell’ambito dell’operazione ‘Strade sicure’.

Nell’ospedale di Vibo, nei mesi scorsi, si sono verificati diversi casi di medici ed infermieri aggrediti da pazienti o da loro familiari.

Per tale motivo, il prefetto ha ritenuto di rafforzare la vigilanza, spostando alcune aliquote dell’esercito sul nosocomio.

I militari continueranno quindi a svolgere i loro servizi di vigilanza su siti ed obiettivi sensibili sempre in stretto coordinamento con i carabinieri e la polizia.

La vigilanza al pronto soccorso dell’ospedale Jazzolino era stata rafforzata anche dall’Azienda sanitaria provinciale.

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Redazione

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