Esplosi i cercapersone di miliziani Hezbollah

A mezzogiorno a Beirut, in Libano, e a Damasco, in Siria, sono esplosi contemporaneamente i cercapersone di miliziani Hezbollah.

Ci sarebbero mille feriti, secondo alcune fonti israeliane. Hezbollah ha reso noto che tre suoi esponenti sono morti.

Secondo una fonte vicina ai miliziani, è morta anche una bambina di 10 anni. La tv saudita al Hadath ha riferito che il figlio di un deputato libanese di Hezbollah, Ali Ammar, è stato ucciso da un’esplosione.

Tra i feriti l’ambasciatore iraniano in Libano Mojtaba Amani, riporta Haartez.

Le esplosioni sarebbero state causate da un attacco contemporaneo ai cercapersone, attraverso le reti di comunicazione interne di Hezbollah.

Secondo fonti della sicurezza israeliana, i cercapersone esplosi erano l’ultimo modello usato dagli Hezbollah da pochi mesi, riferisce Channel 12.

In un breve filmato di una delle decine di esplosioni – diffuso dal Libano sui social network – si vede un uomo alla cassa, distratto dal bip del cercapersone e subito dopo investito dall’esplosione del dispositivo attaccato alla cintura.

La cassiera e un’altra persona sono stati anch’essi colpiti dalla deflagrazione.

Almeno 70, secondo altre fonti ‘100’, i membri di Hezbollah feriti nella periferia sud di Beirut da un attacco hacker israeliano che, secondo le primissime ricostruzioni, avrebbe attivato delle micro-esplosioni all’interno dei cercapersone dei combattenti del Partito di Dio.

Lo riferiscono media libanesi, citando fonti anonime degli stessi Hezbollah.

L’ufficio del premier israeliano Benyamin Netanyahu prende le distanze da uno stretto collaboratore e portavoce storico del primo ministro che ha lasciato intendere sui social che ci sarebbe Israele dietro l’ampio attacco coordinato.

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Redazione

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