Morti altri due anziani con virus West Nile

Salgono a quattro le persone che avevano contratto il virus West Nile e sono decedute nel territorio Modenese.

A dare notizia di altri due decessi, quando altrettanti erano già stati resi noti nei giorni scorsi, è l’Ausl di Modena in una nota, dove si specifica come entrambe le persone morte avessero patologie croniche persistenti.

A perdere la vita, un 70enne residente nel distretto di Castelfranco Emilia e una 86enne residente in quello di Carpi.

L’Ausl di Modena fa sapere anche che nel frattempo continuano “in maniera serrata le azioni straordinarie di monitoraggio e prevenzione contro la diffusione del virus West Nile.

In particolare, come previsto dal piano delle Arbovirosi 2024 con l’innalzamento del livello di rischio in tutta la Regione Emilia-Romagna, proseguono gli interventi di disinfestazione contro le zanzare adulte negli spazi verdi delle strutture sanitarie e socio-sanitarie (ospedali e strutture residenziali con presenza di pazienti ricoverati)”.

Il virus West Nile

Il virus del Nilo occidentale (noto anche con la denominazione inglese West Nile virus, WNV) è un arbovirus della famiglia Flaviviridae, genere Flavivirus, appartiene al IV gruppo dei virus a ((+) ssRNA).

Di questo genere fanno parte anche il virus della febbre gialla, il virus dell’encefalite di Saint-Louis, il virus dell’encefalite di Murray Valley e il virus dell’encefalite giapponese.

Il suo nome viene dal distretto del Nilo Occidentale (West Nile) in Uganda, dove isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre particolarmente alta.

In seguito trovato negli uomini, negli uccelli e nei moscerini in Egitto negli anni cinquanta, diffondendosi infine anche in altri Paesi.

La malattia ha un andamento endemico-epidemico e inizialmente risultava diffusa soprattutto in Africa (specie in Egitto), Medio Oriente, India.

Diffusione in Europa

In Italia, le zone colpite hanno riguardato soprattutto Emilia-Romagna e Veneto ma dal 2008 si sono verificati casi di contagio anche in Lombardia e nuovi casi di contagio si sono verificati anche nel 2013 e 2014.

A scopo precauzionale diverse AVIS locali hanno deciso di effettuare controlli sul sangue dei donatori.

Anche il Centro Nazionale Trapianti italiano nel 2009 ha deciso di eseguire test per la valutazione di eventuali infezioni da WNV.

Il verificarsi di una risposta anticorpale in alcuni donatori provenienti dal Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Marche e Basilicata è risultata inaspettata e ha evidenziato che l’infezione da WNV è presente in diverse regioni italiane.

Le zone adiacenti a fiumi o bacini lacustri sono più esposte al contagio, data la loro naturale proliferazione di zanzare.

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Redazione

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