Paziente aggredisce personale del pronto soccorso
Stamane, intorno alle 7, un paziente del pronto soccorso dell’ospedale di Imola ha preso a calci e pugni gli infermieri e alcune altre persone presenti in sala d’attesa.
Lo segnala il segretario regionale della Fials, Alfredo Sepe, che spiega come il paziente, in attesa di essere visitato, fosse stato sottoposto a una flebo.
Spazientito, l’uomo avrebbe deciso di sfilarsi la cannula della flebo dal braccio, rompere il vetro di un ambulatorio e con l’asta della flebo minacciare gli infermieri che cercavano di tranquillizzarlo.
Al pronto soccorso, a quanto riferisce la Fials in una nota “era presente anche la compagna dell’aggressore, che non è riuscita a fermarlo e a farlo ragionare. Il paziente ha aggredito anche le forze dell’ordine accorse sul posto, che poi lo hanno arrestato”.
“Un’altra pagina nera della sanità in Emilia-Romagna – denuncia Sepe – la Regione ad oggi non accenna a varare un piano di assunzione straordinaria per i Pronto Soccorso delle aziende sanitarie del territorio emiliano-romagnolo, chiediamo l’esercito davanti ai pronto soccorso delle aziende sanitarie”.
Paziente molesta le infermiere nel Bolognese
Mentre era ricoverato in una struttura sanitaria del Bolognese, un paziente di 67 anni ha molestato una infermiera e una operatrice sanitaria.
Le due donne si sono rivolte ai carabinieri della Compagnia di Borgo Panigale, a Bologna, per riferire l’accaduto e subito sono scattati accertamenti.
A inizio agosto, il paziente, di origine straniera, indagato per violenza sessuale, ha molestato un’infermiera e, il giorno seguente, ha tentato nuovamente un abuso.
Nei giorni seguenti, il 67enne, ha tentato di molestare anche una operatrice sanitaria. Dopo la denunce delle vittime, i carabinieri hanno scoperto che l’uomo aveva molestato anche altre donne nei primi giorni di settembre.
Come disposto dal Gip del Tribunale di Bologna, su richiesta del pm, i militari, la settimana scorsa, hanno eseguito nei confronti del 67enne una un’ordinanza applicativa della misura cautelare personale degli arresti domiciliari, regolati dall’applicazione del braccialetto elettronico.