Accessi abusivi registro elettronico: indagata preside liceo
La Procura distrettuale di Catanzaro ha notificato la chiusura indagini alla preside del liceo scientifico Galileo Galilei di Lamezia Terme, a sette docenti, al marito di una di questi e ad un maresciallo della finanza.
Dieci gli indagati accusati a vario titolo di accesso abusivo a un sistema informatico, falso materiale e ideologico, maltrattamenti.
Ad essere indagati sono la dirigente T.A. G., 58 anni, gli insegnanti M.R. R. (48); G. C., (51); A. R. (64); P. B. (61) anni; M.P. A. (63); M.P. V. (42) e G.S. A. (66).
Ad essere indagati anche il marito di una docente, L.C. I. (65) e un finanziere, R. M. (56).
Secondo l’accusa sarebbero sette gli accessi al registro scolastico elettronico, dal 28 gennaio 2023 al 13 giugno 2023, che la preside avrebbe eseguito per modificare i voti già assegnati dai docenti sul registro scolastico elettronico in materie come Storia dell’arte, Latino, Scienze naturali e anche Scienze motorie.
Nel registro elettronico – sostiene la Distrettuale di Catanzaro, competente per reati di accesso abusivo – si sarebbero introdotti più volte, illecitamente e per commettere falso, sia la preside del “Galilei” sia altri insegnanti.
Non si parla solo di alterazione di voti dati da altri insegnanti ma anche di alterazione delle ore di attività o per formare falsi fogli di presenza degli alunni alle attività extracurricolari per le quali i docenti percepivano un compenso supplementare.
Ad essere implicato anche il maresciallo della Finanza, responsabile dell’aliquota della sezione di pg della Procura di Lamezia Terme.
Il militare si sarebbe introdotto, con il proprio account, nel sistema informatico della Cognizione penale per prendere informazioni su tre procedimenti penali.
E lo avrebbe fatto su istigazione dei coniugi C.L. I. e M. P. A., docente del liceo indagata in uno dei tre procedimenti “spiati”.
Gli accessi oggetto di indagine sarebbero stati eseguiti dal 30 marzo al 27 settembre 2023.
Secondo le indagini condotte dal Commissariato di Polizia di Lamezia, la dirigente avrebbe maltrattato tre insegnanti ‘assumendo condotte e provvedimenti persecutori, integranti mobbing sul posto di lavoro, a danno specifico dei docenti da lei stessa pubblicamente definiti ‘dissidenti’ ed a lei invisi, anche in quanto legittimamente collocati su posizioni non conformi o critiche rispetto a sue proposte o a sue opzioni inerenti a ogni aspetto della gestione dell’Istituto”.