Anziana salvata dalla truffa: ringrazia i Carabinieri con i dolci
Una banda criminale specializzata nelle truffe ai danni di persone anziane: quella smantellata dai Carabinieri di Reggio Calabria con l’operazione denominata “Game Over”.
Una bella gratificazione per i Carabinieri della Stazione di Bovalino che hanno svolto le indagini: la visita in caserma di una signora rimasta vittima di un raggiro, con un vassoio di dolci e un biglietto di ringraziamento.
OPERAZIONE ‘GAME OVER’
I Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria, con il supporto di militari dei Comandi Provinciali di Genova e Caserta, hanno inferto un duro colpo a una banda criminale specializzata nelle truffe ai danni di persone anziane.
L’operazione, denominata “Game Over”, ha portato all’arresto di tre persone – un uomo di 40 anni e i suoi due figli 20enni, tutti residenti nel casertano.
I sospettati fermati in località diverse, tra Genova e Castel Volturno, grazie a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Locri, su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal dott. Giuseppe Casciaro.
LA VICENDA
La banda, ben organizzata, agiva sfruttando la vulnerabilità delle persone anziane di età compresa tra i 75 e 81 anni, attraverso la cosiddetta “truffa del Carabiniere”, un raggiro crudele e spietato.
Il piano prevedeva una telefonata, in cui un falso Carabiniere o Avvocato comunicava alla vittima una falsa emergenza, sostenendo che un loro familiare fosse stato coinvolto in un grave incidente stradale e fosse in stato di fermo.
Per evitare l’arresto del congiunto, le vittime venivano indotte a consegnare ingenti somme di denaro o gioielli.
Successivamente, un complice si presentava a casa della vittima per raccogliere il bottino, sfruttando lo stato di ansia e confusione generato dalla finta emergenza.
Le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione di Bovalino (RC), con estrema cura e meticolosità, hanno messo in luce un modus operandi ben strutturato e organizzato.
Per identificare i responsabili delle condotte illecite, i militari dell’Arma hanno condotto un’attività meticolosa e tempestiva, focalizzata sull’analisi e l’incrocio di diversi dati.
TRACCIATI GPS
Questo lavoro ha incluso l’esame delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, sia pubbliche che private, l’acquisizione e l’analisi dei tracciati GPS delle auto a noleggio utilizzate dai sospettati, e lo studio dei tabulati di traffico telefonico dei loro cellulari.
Ogni movimento dei sospettati è stato monitorato con precisione, permettendo di tracciare il percorso dei tre soggetti durante i loro spostamenti dalla città di residenza fino ai luoghi di commissioni delle truffe.
I militari dell’Arma sono riusciti a risalire ai numeri di telefono con cui venivano contattate le vittime, scoprendo che i cellulari utilizzati erano intestati a persone straniere, un dettaglio che la banda sfruttava per complicare le indagini e depistare eventuali controlli.
LE INDAGINI DEI CARABINIERI
I telefoni venivano spesso sostituiti per evitare di lasciare tracce, ma questo stratagemma non è riuscito a eludere le indagini dei Carabinieri.
Le truffe messe in atto tra gennaio e giugno 2024 seguivano uno schema simile: dopo la telefonata che gettava nel panico la vittima, i malviventi, coordinati tra loro, agivano con rapidità e precisione.
Grazie al monitoraggio al lavoro certosino dei militari dell’Arma è stato possibile collegare i vari episodi criminosi, evidenziando un sistema ben rodato, che ripeteva lo stesso schema con poche variazioni, ma con incredibile efficacia.
Le indagini hanno accertato che la banda nel periodo delle indagini ha sottratto alle vittime circa 70 mila euro, tra contanti e gioielli di valore.
REFURTIVA RECUPERATA
Tuttavia, grazie all’immediato intervento dei Carabinieri, una parte significativa della refurtiva recuperata e restituita ai legittimi proprietari.
Il coordinamento tra diversi reparti territoriali dei Carabinieri ha inoltre permesso di seguire i movimenti della banda da una regione all’altra, fino a catturare i membri tra Genova e Castel Volturno, grazie all’ordinanza di custodia cautelare emessa dal G.I.P. di Locri, su richiesta della Procura della Repubblica.