Aversa. Festeggiamenti Madonna Pompei: Diocesi smentisce

“Abbiamo appreso dai manifesti affissi da ignoti e privi di qualsiasi forma di identificazione degli organizzatori, che, per i prossimi giorni 4-7 ottobre 2024 nella città di Aversa sono organizzati dei ‘Solenni festeggiamenti in onore alla Madonna di Pompei’. Dichiariamo la nostra, assoluta estraneità all’organizzazione di tali festeggiamenti nei quali non riconosce il rispetto di alcuna delle indicazioni emanate dalla Curia vescovile per la celebrazione di una festa religiosa”.

E’ quanto si legge in un comunicato stampa diffuso dalla Diocesi di Aversa guidata da Sua Ecc. Mons. Angelo Spinillo.

“Sottolineamo, inoltre, sconcerto davanti alla pretesa di definire “religiosa” l’organizzazione di festeggiamenti che, come si evince dai programmi pubblicizzati, mira a realizzare esclusivamente momenti di festa di piazza”.

“Nella tradizione della Chiesa Cattolica, pur con tanta fatica, le feste sono state promosse e vissute dai fedeli con il solo intento di promuovere la fede ed un’autentica devozione nella carità”.

“Con l’occasione, si ribadisce che nessun comitato, che non sia espressione di una comunità parrocchiale, potrà essere riconosciuto dalla Diocesi di Aversa”.

LA MADONNA DI POMPEI

L’Icona della Madonna di Pompei presenta l’immagine della Madonna in trono con Gesù in braccio; ai suoi piedi san Domenico e santa Caterina da Siena.

Maria reca nella mano sinistra la corona del Rosario che porge a santa Caterina, mentre Gesù, poggiato sulla sua gamba destra, la porge a san Domenico.

È racchiusa in una cornice di bronzo dorato incastonata su un fondo di onice, sul quale spiccano i tondi con i 20 misteri del Rosario.

I misteri gaudiosi, gloriosi e dolorosi dipinti dal romano Vincenzo Paliotti.

I misteri luminosi, aggiunti da San Giovanni Paolo II con la lettera apostolica “Rosarium Virginis Mariae” del 16 ottobre 2002, dipinti recentemente da Salvatore Seme, pittore di Torre del Greco esperto nell’arte figurativa sacra.

Un riquadro a specchi di malachite e lapislazzuli circonda il quadro.

Giorno e notte, oltre alle candele, vi ardono davanti 15 lampade a olio, a forma di rosa. L’Icona fu data a Bartolo Longo da suor Maria Concetta De Litala, del convento del Rosariello a Porta Medina di Napoli.

La religiosa l’aveva avuta in custodia da padre Alberto Radente, confessore del Beato. Arrivò a Pompei il 13 novembre 1875, affidata dal Longo al carrettiere Angelo Tortora che, dopo averla avvolta in un lenzuolo, l’appoggiò su di un carro di letame.

Il quadro necessitava di un restauro, immediatamente eseguito da Guglielmo Galella.

Soltanto il 13 febbraio 1876, posto alla venerazione dei fedeli.

Nello stesso giorno, a Napoli, la dodicenne Clorinda Lucarelli beneficiò del primo miracolo ottenuto per intercessione della Madonna di Pompei.

In seguito, Bartolo Longo affidò l’Icona al pittore napoletano Federico Maldarelli per un ulteriore restauro, chiedendogli anche di trasformare l’originaria santa Rosa in santa Caterina da Siena.

Nel 1965, durante il restauro realizzato al Pontificio Istituto dei Padri Benedettini Olivetani di Roma, sotto i colori sovrapposti nei precedenti interventi, si scoprirono i colori originali che svelarono la mano di un valente artista secentesco della scuola di Luca Giordano.

Il quadro fu, poi, incoronato da Papa Paolo VI nella Basilica di San Pietro, il 23 aprile 1965.

L’ultimo restauro, presso il Laboratorio Dipinti dei Musei Vaticani, è del 2012.

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Redazione

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