Aversa. Violenza al pronto soccorso: parla la dottoressa aggredita
Aggredita con monitor computer e stampante. L’episodio venerdì sera al pronto soccorso del Moscati di Aversa. Vittima una dottoressa del nosocomio che ha subito minacce di morte e aggressione fisica da una paziente proveniente da un comune dell’area nord di Napoli.
La professionista ha riportato una contusione al torace e un’escoriazione al braccio sinistro, guaribili in trenta giorni.
L’aggressore è stata poi fermata e denunciata dai Carabinieri del Gruppo Aversa intervenuti su richiesta del personale di guardiania presenti al pronto soccorso.
Le parole della dottoressa aggredita: «Lo stato d´animo è di grande delusione, ma continuerò a fare il medico, forse non più al pronto soccorso. Mi rendo conto che dall’esterno non si comprende come funziona un ospedale e che ci sono delle priorità. Non si comprende il nostro impegno. Molto spesso mettiamo da parte anche le nostre famiglie o i nostri interessi personali per dare il nostro contributo».
“PAURA AL PS DI AVERSA”
E aggiunge: «Le aggressioni verbali sono all’ordine del giorno. Io cerco di resistere perché mi sento legata a questa seconda famiglia che ho trovato all’ospedale Moscati di Aversa, ma non nascondo che la paura di lavorare qui è cresciuta in maniera esponenziale dal primo giorno che ci ho messo piede come dirigente medico».
«Non sono comunque scoraggiata. Io sarei pronta a tornare subito, ma devo fare questi 30 giorni di prognosi che, spero, possano essere da lezione anche per gli utenti. Sarà un modo anche per far capire, se mai, cosa significa non avere medici o averne di meno».
ORDINE DEI MEDICI PARTE CIVILE
«Il Consiglio Direttivo dell’Ordine dei Medici-Chirurghi e degli Odontoiatri di Caserta per le vie brevi, in urgenza, ha deciso di costituirsi parte civile a seguito dell’ennesimo episodio di aggressione nei confronti di una dottoressa in servizio presso il pronto soccorso dell’ospedale Moscati di Aversa».
A darne notizia è il presidente Carlo Manzi che insieme all’intero Consiglio esprime massima solidarietà e vicinanza alla collega aggredita.
Il presidente Manzi aggiunge ancora: «La categoria dei medici è sempre più spesso vittima di aggressioni fisiche e verbali sul luogo di lavoro e durante lo svolgimento della professione. Nessun atto di violenza è giustificabile men che mai nei confronti dei sanitari che ogni giorno svolgono il loro lavoro a servizio della comunità».
Il presidente poi pone l’attenzione su alcuni punti critici: «Le strutture ricettive dei PS hanno filtri inadeguati, serve altresì la figura di un mediatore tra familiari e operatori sanitari».
«Inoltre, vanno organizzati corsi di formazione sulla comunicazione poiché gli accessi ai PS non possono essere selezionati e i professionisti devono capire chi hanno di fronte, anche in situazioni di stress dovute all’iperafflusso».
E ancora, il presidente insiste: «Lo strumento normativo nuovo, ovvero l’arresto in flagranza differita, e l’inasprimento delle sanzioni economiche vanno messi in pratica, pertanto servono i sistemi di videosorveglianza, e va detto che ad Aversa ci sono».
«La guardia armata può essere un ulteriore deterrente, ma, come si è visto in questo episodio, serve a poco ed è talvolta proprio inutile. E poi, il drappello di polizia è un sogno difficilmente percorribile H24 su tutte le strutture dell’emergenza», conclude il presidente.