Carabinieri, il Generale Scandone lascia il Comando Provinciale di Napoli
Era l’estate del 2021 quando il Generale di Brigata Enrico Scandone si presentò alla stampa come nuovo Comandante Provinciale dei Carabinieri di Napoli.
Salutò la città dichiarandosi entusiasta di affrontare una “sfida bella ed emozionante”, con l’auspicio di viverla da “cittadino napoletano”.
Sono trascorsi più di tre anni da allora e la sfida è stata affrotata con impegno. Lo dimostrano i numeri e le svariate iniziative promosse negli oltre 1100 giorni al timone.
E oggi, salutando la città in attesa di ricoprire il prestigioso incarico di Comandante della Legione Carabinieri Emilia Romagna, il Generale Scandone traccia le linee di un bilancio imponente.
Sotto la sua guida oltre 11mila arresti e quasi 45mila denunce in stato di libertà. Centinaia di operazioni di servizio che hanno visto infliggere, grazie al coordinamento delle procure territoriali e distrettuali, duri colpi alla criminalità.
Criminalità fiaccata anche con una costante attività di monitoraggio delle imprese e degli enti locali, con un elevato numero di interdittive antimafia promosse sotto la direzione della Prefettura di Napoli. Solo quest’anno sono state ben 139 le proposte di interdittiva mosse sulla base di elementi raccolti dal Comando Provinciale di Napoli.
La guida dei Carabinieri napoletani è corsa soprattutto sul filo della prevenzione. Lo annunciava lo stesso comandante, appena varcata la soglia della storica caserma Pastrengo.
“L’imperativo è la prevenzione” – dichiarò – e il successo delle campagne di sensibilizzazione sostenute l’hanno dimostrato.
Nei 3 anni di Comando sono stati organizzati centinaia di incontri nelle scuole della provincia, con l’obbiettivo di diffondere i valori della giustizia, in una sorta di educazione alla legalità.
Oltre 72mila studenti coinvolti, circa 350 gli istituti ad ospitare i convegni.
Tra le campagne patrocinate in tutte le realtà istituzionali, in primis proprio nelle scuole, quella ancora in pieno svolgimento che alimenta il contrasto all’uso delle armi.
“La prima vittima sei tu” è il claim che sintetizza in un’immagine simbolica il peso di una scelta incosciente. Ribattuta anche sui media nazionali, la campagna contro le armi ha fatto da bandiera negli svariati servizi dedicati sul territorio al contrasto di un fenomeno sempre più preoccupante.
Promossa con successo anche la serie di “Concerti per le periferie”. Un progetto patrocinato da diversi comuni dell’hinterland napoletano che ha visto i Carabinieri trasmettere un messaggio di legalità attraverso la musica. La fanfara del Reggimento Campania si è esibita nelle scuole e nelle parrocchie di alcune delle realtà territoriali più complesse come Afragola e Caivano, davanti a studenti e cittadini.
Il Generale Scandone ha lavorato duramente anche nel consolidamento del Mobile Angel, lo smartwatch antiviolenza al polso e al fianco delle vittime di maltrattamenti. Dotato di un sistema di localizzazione in tempo reale, il dispositivo ha guidato in più occasioni i militari negli interventi più delicati, evitando il peggio.
E ancora la campagna contro l’abuso di alcol tra i giovani “Non lasciare che sia il tuo #ultimosorriso!”. Un’iniziativa volta a promuovere una maggiore consapevolezza tra i giovani riguardo ai pericoli della guida in stato di ebrezza.
In questo triennio ha visto la luce anche la Compagnia Carabinieri di Caivano, frutto di un’attenzione al territorio e al cittadino. Grazie ad una presenza più capillare, i militari del Comando Provinciale partenopeo sono stati in grado di permeare di legalità tutti i rioni più difficili, contrastando su tutti il traffico di stupefacenti e la criminalità organizzata.
Della “piazza di spaccio più grande d’Europa” nel Parco Verde di Caivano, rimane solo il ricordo.
L’operatività dei clan in quell’area è stata sensibilmente frenata, complici i colpi inferti negli anni con il coordinamento delle Procure.
Quello di Caivano non è solo un nuovo presidio di accoglienza per il cittadino ma anche un baluardo di legalità in un territorio complesso. È in quella cittadina che i carabinieri hanno eseguito importati operazioni di contrasto alla criminalità organizzata.
Tra le ultime quelle che hanno fortemente indebolito l’operatività dei clan Angelino-Gallo, insediati sul territorio dopo le inchieste che hanno azzerato l’altra consorteria operante a Caivano, quella dei Sautto Ciccarelli. Dei clan operanti su Caivano è stata dimostrata anche l’intromissione nel funzionamento del comune e, in particolare, nella gestione degli affidamenti degli appalti per i lavori pubblici durante la scorsa amministrazione.
Tante le operazioni contro la camorra. Quella che ha colpito il clan Troncone, nel quartiere di Fuorigrotta. 4 persone finirono al centro di un’inchiesta che documentò anche costrizioni economiche per due commercianti del territorio nella vendita dei gadget del Napoli.
Nell’ottobre del 2023 toccò a 13 persone legate ai clan Pesacane e Gallo-Limelli-Vangone, in manette nei comuni di Boscoreale e Boscotrecase. I carabinieri ricostruirono numerosi episodi estorsivi e usurari e un fiorente traffico di stupefacenti.
Nel settembre del 2023, furono 29 gli indagati in un blitz che indebolì il clan Sorianiello di Soccavo, quartiere della periferia occidentale di Napoli
Anche la criminalità organizzata nel comune di Castellammare ha subito colpi pesanti. Nel 2023, oltre alle svariate operazioni che hanno portato decine di persone in manette, anche il sequestro di attività commerciali legate al clan Cesarano.
4 persone raggiunte da un ordinanza a Sant’Antimo. I carabinieri hanno documentato una notevole sequela di rapine commesse a Nord di Napoli e nella vicina provincia casertana. In una sola notte – questo quanto emerso durante le indagini – i 4 sarebbero stati in grado di perpetrare 11 rapine in rapida successione.
6 quelli che nel luglio dello scorso anno finirono in carcere per associazione finalizzata al traffico di stupefacenti. Gli indagati, vicini ai clan Contini e Polverino-Nuvoletta, sfruttarono la logistica del settore ortofrutticolo per importare enormi quantità di droga dalla Spagna. Durante le indagini furono sequestrate 1,3 t di hashish e marijuana.
Ancora nell’estate del 2023, 16 indagati furono raggiunti da una misura cautelare perché vicini al clan Contini. Secondo quanto emerso, avrebbero condizionato l’economia legale attraverso gestioni di società operanti nei settori del car-service, della ristorazione e del gioco d’azzardo.
Nel maggio 2023, 29 persone della “Paranza dei Quartieri Spagnoli” (gruppo nato dall’aggregazione dei gruppi criminali denominati Masiello, Saltalamacchia ed Esposito ) finirono nelle maglie di Carabinieri e DDA. Fu in quell’occasione che i militari riuscirono a documentare l’interesse del clan per gli appalti di fornitura dei servizi di pulizie per l’ospedale Pellegrini.
Fece scalpore la misura a carico di 24 persone legate al clan Mazzarella. L’indagine consentì di rilevare il crescente interesse dei Mazzarella nel settore del commercio e della distribuzione dei carburanti.
29 le persone arrestate nel comune di Arzano e in quelli limitrofi. Era l’aprile del 2022 e nel mirino degli investigatori e della DDA finirono i sodali del gruppo criminale Amato Pagano. Estorsione, traffico di droga e intestazione fittizia di beni nel conto.
Torre Annunziata e Gionta, il luogo e il clan protagonisti dell’operazione del novembre del 2022. Furono 19 gli indagati in manette per associazione per delinquere di tipo mafioso, tentato omicidio, estorsione, detenzione e porto illegali di arma, ricettazione
In tre anni più di 50 latitanti catturati, diversi inseriti nell’elenco ministeriale di quelli più pericolosi. Al numero si abbinano diverse storie curiose, rimbalzate con enorme successo sui media.
Dal latitante diventato rinomato chef in Costa Azzurra a quello che ha festeggiato lo scudetto del Napoli lasciandosi fotografare in un ristorante greco, con una sciarpa azzurra tra le mani.
Dal broker del narcotraffico sorpreso in strada ad acquistare sigarette fino a quello “tradito” dal proprio cane, avvistato nella villetta dove si nascondeva. Enorme risonanza anche per il ricercato catturato nonostante la parrucca utilizzata per nascondere la propria identità, per quello beccato durante una festa e per il latitante finito in manette sul lettino di un ospedale.
Nell’elenco ministeriale dei latitanti più pericolosi Vincenzo Ciriello, 60enne vicino al clan Mazzarella, catturato ad Avignone, dove consegnava pizze a domicilio.
E Gaetano Guarino, intermediario del traffico di eroina dalla Turchia a Napoli, anch’egli inserito nella lista “ex 100”, individuato e arrestato a Tunisi grazie al monitoraggio dei social.
Tradito dal web anche Vincenzo Cinquegrana, latitante pericoloso catturato in Spagna, in una cittadina a pochi chilometri da Barcellona.
Tra i tanti arresti di latitanti anche un nome di spicco, Bruno Carbone, narcos ritenuto braccio destro di Raffaele Imperiale. Carbone fu catturato nel novembre del 2022 a Dubai, in tasca un documento falso.