Google Drive mandato ko dallo scudo anti ‘pezzotto’

Google Drive trattato come il Pezzotto. Il servizio del colosso statunitense è finito nella rete “cieca” del Piracy Shield, la piattaforma nazionale contro la pirateria donata dalla Lega Serie A ad Agcom, che dovrebbe servire a bloccare i domini che trasmettono contenuti illegali.

Sabato sera è scattata la tagliola, e c’è andato di mezzo un Ip di Google Drive.

Come ricostruito da Wired, intorno alle 19 è stato bloccato l’indirizzo drive.usercontent.google.com, per l’appunto uno dei domini fondamentali per il funzionamento di Drive.

Il blocco ha reso impossibile accedere agli utenti di scaricare i file salvati sul servizio cloud, provocando anche problemi a YouTube, perché è stata bloccata una delle cache del servizio video di Google.

Non è la prima volta che il Piracy Shield “pesca” e blocca domini che nulla hanno a che fare con la pirateria.

PIRACY SHIELD

Insieme di norme, applicate dall’AGCOM, per bloccare IP address e domini che, sulla base della valutazione di “segnalatori attendibili”, sono usati per trasmettere contenuti video di dirette sportive, senza averne i diritti.

I requisiti tecnici sono stati definiti con la collaborazione di ACN, Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

GOOGLE DRIVE

Google Drive è un servizio web, in ambiente cloud computing, di memorizzazione e sincronizzazione online introdotto da Google il 24 aprile 2012.

Basato su software open source, comprende il file hosting, il file sharing e la modifica collaborativa di documenti, inizialmente fino a 5 GB, da ottobre 2013, invece fino a 15 GB gratuiti (inclusivi dello spazio di memorizzazione di Gmail e delle foto di Google+) estendibili fino a 30 TB in totale.

Può essere usato via web, caricando e visualizzando i file tramite il web browser, oppure tramite l’applicazione installata su computer, che sincronizza automaticamente una cartella locale del file system con quella condivisa.

Su Google Drive sono presenti anche i documenti creati con Google Documenti.

Al debutto del servizio, i client necessari per sincronizzare i vari tipi di file erano disponibili per i seguenti sistemi operativi: OS X Lion e OS X Snow Leopard per sistemi Macintosh; Windows XP, Windows Vista, Windows 7 e Windows 10 per i PC; Android per smartphone e tablet; iOS per iPhone, iPad e iPod touch.

Attualmente la famiglia di sistemi operativi Linux non è supportata, ma esistono client non ufficiali.

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Redazione

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