Take away della cocaina: arrestati nonni, figlio e nipote
Un take away della cocaina che veniva distribuita dal balcone attraverso un secchio appeso a una corda dove i clienti, dopo aver preso la dose, lasciavano il denaro.
È la tecnica utilizzata da una rete di spaccio a conduzione familiare ad Archi Cep, un quartiere nella periferia nord di Reggio Calabria.
Operazione anti-droga nel quartiere CEP di Archi: con un blitz mirato e una strategia investigativa accurata, i Carabinieri di Reggio Calabria hanno smantellato una rete di spaccio a conduzione familiare che serviva decine di clienti ogni giorno.
IL BLITZ
All’alba di oggi, i militari hanno eseguito quattro misure cautelari, con arresti domiciliari e braccialetto elettronico, nei confronti di una famiglia – nonni, figli e nipoti – accusata di gestire un punto di vendita di cocaina organizzato con metodo e rapidità.
Un’indagine avviata grazie ai residenti Le indagini, avviate nel giugno 2022, sono partite dalle segnalazioni di residenti preoccupati e stanchi dell’intensa attività di spaccio che rendeva il quartiere insicuro.
I Carabinieri della Stazione di Archi hanno risposto avviando un monitoraggio serrato del quartiere CEP, durato tre mesi, durante il quale sono stati pianificati servizi di appostamento, controlli mirati e analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza.
I militari dell’Arma hanno subito individuato un insolito modus operandi degli indagati, permettendo così di affinare le tecniche di controllo e di raccolta delle prove.
IL MODUS OPERANDI: IL TAKE AWAY
I militari hanno scoperto che la famiglia aveva strutturato un sistema ‘take-away’ per la distribuzione della cocaina: ai clienti bastava suonare al citofono dell’abitazione o avvicinarsi all’ingresso, e un membro della famiglia calava dal balcone un secchio appeso a una corda, contenente la droga.
Dopo aver ritirato la dose, il cliente depositava il denaro nello stesso secchio, che veniva subito ritirato dall’abitazione. Questo sistema consentiva transazioni rapide e minimizzava il rischio di essere sorpresi in flagranza.
Le indagini hanno confermato che tra i clienti vi fossero persone di diverse età e ceti sociali, a testimonianza della diffusione del fenomeno su larga scala.
Un contesto difficile e la rete di “vedette”: il lavoro degli investigatori reso particolarmente complesso dalle caratteristiche del quartiere CEP di Archi, area di degrado sociale e con una significativa presenza di microcriminalità, fortemente connessa alla ‘ndrangheta.
Per garantire un monitoraggio costante e discreto, i Carabinieri hanno dovuto superare notevoli ostacoli logistici, poiché gli indagati potevano contare su un sistema di “vedette” che segnalavano tempestivamente l’arrivo delle Forze dell’Ordine.
Queste vedette erano posizionate in punti strategici del quartiere, pronte a dare l’allarme in caso di presenza sospetta, rendendo necessari interventi coordinati e grande cautela per non destare sospetti e portare a termine l’indagine senza interferenze.
LE INDAGINI
Appostamenti e perquisizioni: prove decisive per gli arresti attraverso un lavoro meticoloso di appostamenti, un’analisi approfondita delle immagini di videosorveglianza e attività di pedinamento, i Carabinieri sono riusciti a documentare il funzionamento della rete di spaccio e a identificare con precisione il ruolo di ciascun membro della famiglia.
Gli investigatori hanno raccolto prove inconfutabili, confermate anche dai risultati delle perquisizioni domiciliari.
Durante queste operazioni, sono stati rinvenuti e sequestrati consistenti somme di denaro contante, presunto provento dell’attività di spaccio, insieme a materiali per il confezionamento della cocaina e dispositivi utilizzati per facilitare la consegna della droga.
L’operazione di oggi è un esempio della determinazione dei Carabinieri di Reggio Calabria nel contrastare le attività criminali legate allo spaccio di stupefacenti.
L’Arma, consapevole dell’impatto che il traffico di droga ha sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sicurezza delle comunità, ha intensificato negli anni la presenza e il controllo nei quartieri a rischio, agendo non solo con operazioni di repressione ma anche con attività preventive per scoraggiare la microcriminalità.
Questo intervento si inserisce in una strategia più ampia che coinvolge non solo Reggio Calabria, ma l’intera provincia, con l’obiettivo di garantire ai cittadini la sicurezza e la legalità.
Per i Carabinieri, operare in contesti difficili è una responsabilità imprescindibile: attraverso il loro operato, cercano di migliorare ogni giorno la qualità della vita della comunità, facendosi portavoce della giustizia e della legalità in zone che necessitano di un presidio costante e forte.
(Com/Pol/Dire)