Aversa. Il Liceo Artistico ‘da Vinci’ incontra Amedeo Colella al teatro Cimarosa
“Nisciuno nasce ‘mparato’: il titolo della sua trasmissione televisiva, diventata un vero e proprio cult, è diventato il liev motiv dell’incontro dello scrittore ed umorista Amedeo Colella con gli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore ‘Leonardo da Vinci’ di Aversa.
Stamattina, al teatro Cimarosa, tutte le classi seconde, terze e quarte del liceo artistico hanno avuto la possibilità di conversare con lo scrittore di storia, cultura, lingua e gastronomia napoletana.
Abituati, come siamo, a parlare del nostro territorio spesso in termini problematici, e preoccupati a portare alle nuove generazioni consapevolezze che hanno sempre il sapore di un “senso di colpa ereditato ed ineluttabile”, stamattina la comunità educante e scolastica tutta del Liceo ‘Da Vinci’ – diretta dalla Dirigente Scolastica prof.ssa Margherita Montalbano -, ha preso una boccata d’aria fresca e, oseremo dire, nuova.
E siccome il nuovo si dovrebbe sempre poggiare su solide basi, di queste basi si è parlato con Amedeo Colella, simpatico autore di succosi saggi di linguistica napoletana, alla scoperta – semmai ve ne fosse alcun dubbio – di quanto la lingua napoletana sia un inesauribile melting pot di culture antiche e moderne, di lingue che si sono incontrate, sovrapposte e fuse in un unico ed originalissimo idioma che non conosce separazioni di censo ed età e che, trasversalmente, è riconosciuto e riconoscibile da chiunque.
Un piccolo viaggio nella napoletanità che non è mai scaduto nel luogo comune, ma che del luogo comune si fa un pò beffe per cavalcarlo e renderlo cifra stilistica di una città, di una regione, di un popolo tutto.
Amedeo Colella ha saputo raccontarlo questo viaggio, coinvolgendo i ragazzi alla scoperta di ciò che loro conoscevano, ma non sapevano spiegare, attraverso etimologie, aneddoti storici, canzoni e frammenti di poesie.
Entusiasta per la riuscita dell’evento la dirigente scolastica Margherita Montalbano.
“Abituati, come siamo, a parlare del nostro territorio spesso in termini problematici – ha sottolineato – e preoccupati a portare alle nuove generazioni consapevolezze che hanno sempre il sapore di un “senso di colpa ereditato ed ineluttabile”.
“Conoscere la propria storia, e la propria lingua – conclude la dirigente Montalbano -, è un passo di consapevolezza verso l’età adulta, senza il quale gli altri titoli valgono sempre troppo poco”.
La partecipazione dei ragazzi è stata calorosa e “collaborante”, attenta, e allegra quando era richiesto, al punto da meritarsi una laurea honoris causa in Napoletanità attribuita dall’autore con convinzione ed “attestato”.