Inchiesta tangenti, Giovanni Zannini rinuncia al Riesame
Il consigliere della Regione Campania Giovanni Zannini, indagato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) per i reati di corruzione e concussione, ha rinunciato al ricorso al Tribunale del Riesame per “sopravvenuta carenza di interesse”.
Infatti a Zannini – originario di Mondragone, presidente della Commissione Ambiente della Regione Campania e esponente di rilievo della maggioranza che sostiene il presidente Vincenzo De Luca – era stato sequestrato il cellulare e il computer, ma quest’ultimo gli è stato già restituito, così come le password per l’utilizzo delle mail, mentre per il cellulare si attende che venga fatta copia forense dalla Procura.
Con Zannini (difeso da Angelo Raucci) sono altri sei gli indagati.
Anche alcuni di questi, tra cui l’imprenditore Alfredo Campoli, hanno rinunciato al Tribunale del Riesame, che si doveva svolgere a Santa Maria Capua Vetere e che doveva pronunciarsi sui sequestri effettuati dai carabinieri il 3 ottobre scorso all’esito delle perquisizioni ordinate dalla Procura diretta da Pierpaolo Bruni.
Non hanno invece rinunciato al ricorso gli imprenditori di Castel Volturno Paolo e Luigi Griffo, padre e figlio, titolari dell’azienda Spinosa Spa, specializzata nella produzione di mozzarella di bufala campana Dop e dei suoi derivati; ai due erano stati sequestrati 15mila euro, su cui il pm ha espresso parere favorevole in merito all’istanza presentata dal difensore dei due (l’avvocato Mario Griffo), circa la restituzione della somma.
Si è rivolta al Riesame anche la persona (non indagata) che ha lanciato un pacco contenente 160mila euro dalla finestra, soldi poi recuperati dai carabinieri.
Per la Procura, Zannini avrebbe ricevuto diversi favori da imprenditori, da una gita su un lussuoso yacht ai motorini per i figli, in cambio di suoi interventi presso un Comune del Casertano e la Regione.