Morto dopo inseguimento: indagato anche carabiniere

E’ stato iscritto nel registro degli indagati per omicidio stradale in concorso, a garanzia e per tutti gli accertamenti, anche il carabiniere che era alla guida della macchina di servizio, oltre al 22enne tunisino che guidava lo scooter, nell’inchiesta aperta dalla Procura di Milano sulla morte, nella notte tra sabato e domenica scorsa, di Ramy Elgaml, 19enne egiziano che era a bordo dello stesso scooter inseguito dai militari.

Nell’inchiesta, condotta dalla Polizia locale e coordinata dal pm Marco Cirigliano della Procura guidata da Marcello Viola, è anche stata disposta l’autopsia, fissata per venerdì 29 novembre.

Morte Ramy Elgaml, disordini nella notte

Prima la protesta in strada, poi petardi, fuochi d’artificio e roghi di cassonetti. Notte di disordini, a Milano, in zona Corvetto, in seguito al caso del decesso del 19enne egiziano Elgaml Ramy morto dopo un incidente in scooter durante un inseguimento da parte di un’auto dei Carabinieri nella notte fra sabato e domenica.

La Polizia, per sedare le proteste, è intervenuta con i lacrimogeni. Le immagini dei cassonetti bruciati e del lancio di petardi e oggetti finite sui social. Preso di mira anche un autobus della linea 93 fermo in viale Omero, che è stato sfasciato dai manifestanti.

In seguito ai disordini, la Polizia ha arrestato un cittadino montenegrino di 21 anni, con precedenti e irregolare sul territorio nazionale: le accuse sono devastazione, resistenza a pubblico ufficiale, incendio, getto pericoloso di cose, accensione ed esplosioni pericolose in concorso.

Il quartiere Corvetto è nota per essere un’area difficile della città milanese, dove da tempo sono radicate povertà e degrado.

LA MORTE DI RAMY E LE PROTESTE

Ramy, 19 anni, viveva con la famiglia in via Mompiani: sono arrivati dall’Egitto 11 anni fa. Il ragazzo era noto alle forza dell’ordine, aveva precedenti per furto e droga.

Sabato notte è morto in un incidente mentre scappava, a bordo di uno scooter Tmax guidato da Fares B., un 22enne tunisino senza patente anche lui con precedenti che è stato poi arrestato, durante un inseguimento da una volante dei Carabinieri.

L’inseguimento, durato venti minuti, era iniziato in via Farini angolo Pasubio, dopo che lo scooter (che viaggiava contromano) ha saltato l’alt di una pattuglia dei Carabinieri. Il 22enne guidava, dietro c’era Ramy che a un certo punto ha anche perso il casco in via San Barnaba.

L’incidente è avvenuto in via Ripamonti: lo scooter si schianta contro un muretto, l’auto dei carabinieri sul semaforo. Ramy, ferito gravemente, muore all’alba in ospedale.

La famiglia e gli amici, però, sostengono che prima della caduta ci sia stato un contatto tra l’auto del Radiomobile e lo scooter, e che quindi l’incidente sia colpa di questo urto da parte della macchina dei Carabinieri: “Sono stati speronati”, dicono gli amici, che dei due giovani hanno continuato a ripetere “Non sono delinquenti“.

Sulle circostanze dell’incidente ci sono indagini in corso, in particolare attraverso l’acquisizione delle immagini delle telecamere. Di fatto c’è che dopo lo schianto ai ragazzi sono stati trovati addosso una coltello, più di mille euro e una collanina.

Una prima manifestazione di protesta si era svolta in via Quaranta domenica pomeriggio. Ieri sera ce n’è stata un’altra in zona Corvetto: prima le persone in strada erano una ventina, poi sarebbero diventate 70 e sono cominciati i disordini.

(Dire)

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Redazione

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