Omicidio Vassallo, attesa per la decisione del Riesame
Dovrebbe arrivare tra giovedì e venerdì la decisione del Tribunale del Riesame di Salerno sui ricorsi presentati da tre dei quattro arrestati nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio del sindaco di Pollica, Angelo Vassallo.
Ieri le discussioni dei ricorsi si sono protratte per quasi dieci ore: l’udienza è terminata poco prima della mezzanotte.
L’ultima posizione ad essere discussa, quella del colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, il più noto degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio del sindaco-pescatore, ucciso il 5 settembre 2010 perchè, secondo l’accusa, aveva scoperto un giro di droga in cui anche l’ufficiale sarebbe stato coinvolto.
Il legale del militare, l’avvocato Ilaria Criscuolo, ha presentato memorie difensive.
Non sarebbero stati depositati nuovi atti, invece, da parte della Procura, rappresentata in udienza dal procuratore Giuseppe Borrelli e dai pm Marco Colamonici, Elena Guarino e Francesco Rotondo.
Già discussi i ricorsi dell’ex brigadiere Lazzaro Cioffi e dell’imprenditore Giuseppe Cipriano.
Ha invece rinunciato al Riesame l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso.
‘Cagnazzo avrebbe depistato le indagini’
Secondo la Procura di Salerno, la morte di Vassallo sarebbe stata voluta e pianificata anche da due carabinieri: l’ex brigadiere Cioffi e il colonnello Fabio Cagnazzo.
Proprio Cagnazzo sarebbe stato a conoscenza del piano criminale e avrebbe depistato le indagini.
Nato e cresciuto ad Aversa, Cagnazzo proviene da una famiglia di carabinieri, tanto da essere spinto, fin da giovanissimo, alla carriera militare. Frequenta la Nunziatella e poi, successivamente, l’Accademia Mlitare di Modena, affiancato dai suoi fratelli.
‘CAGNAZZO DEPOSITAVA LA DROGA IN UN GARAGE’
Nella testimonianza resa il 4 ottobre 2010 dalla figlia del sindaco pescatore Giuseppina Vassallo, che parla di quello che il fidanzato gli aveva detto dopo l’incontro con Cillo, emerge che l’agente immobiliare era “a conoscenza di un deposito di stupefacenti sito in un garage vicino al mare dove il colonnello Fabio Cagnazzo depositava la droga che portavano i familiari dei collaboratori che vivevano nel residence” riconducibile ai due imprenditori locali legati all’ufficiale.