Omicidio Vassallo, il colonnello Cagnazzo non risponde al gip

Davanti al gip si è avvalso della facoltà di non rispondere e non ha voluto rilasciare dichiarazioni spontanee il colonnello dei carabinieri Fabio Cagnazzo, arrestato nell’ambito delle indagini sull’omicidio del sindaco-pescatore Angelo Vassallo.

L’avvocato dell’ufficiale, che si trova nell’ospedale militare, ha annunciato ieri che presenterà appello al Riesame dopo avere passato al setaccio le quasi 78mila pagine degli atti acquisti.

All’ufficiale, all’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi, al collaboratore di giustizia Romolo Ridosso e all’imprenditore Giuseppe Cipriano viene contestato l’omicidio volontario aggravato dal metodo mafioso, commesso per coprire un traffico di droga tra Napoli e Acciaroli.

‘Cagnazzo avrebbe depistato le indagini’

Secondo la Procura di Salerno, la morte di Vassallo sarebbe stata voluta e pianificata anche da due carabinieri: l’ex brigadiere Cioffi e il colonnello Fabio Cagnazzo.

Proprio Cagnazzo sarebbe stato a conoscenza del piano criminale e avrebbe depistato le indagini.

Nato e cresciuto ad Aversa, Cagnazzo proviene da una famiglia di carabinieri, tanto da essere spinto, fin da giovanissimo, alla carriera militare. Frequenta la Nunziatella e poi, successivamente, l’Accademia Mlitare di Modena, affiancato dai suoi fratelli.

‘CAGNAZZO DEPOSITAVA LA DROGA IN UN GARAGE’

Nella testimonianza resa il 4 ottobre 2010 dalla figlia del sindaco pescatore Giuseppina Vassallo, che parla di quello che il fidanzato gli aveva detto dopo l’incontro con Cillo, emerge che l’agente immobiliare era “a conoscenza di un deposito di stupefacenti sito in un garage vicino al mare dove il colonnello Fabio Cagnazzo depositava la droga che portavano i familiari dei collaboratori che vivevano nel residence” riconducibile ai due imprenditori locali legati all’ufficiale.

La carriera a Castello di Cisterna

Nel corso della sua lunga carriera Cagnazzo è stato a capo del nucleo operativo di Nucleo operativo del gruppo di Castello di Cisterna.

lì, ha assicurato alla giustizia un grandissimo numero di latitanti portando avanti importanti operazioni contro lo spaccio e la criminalità organizzata.

L’accusa de Le Iene

Dal 2017 al 2020, Cagnazzo è stato comandante dei Carabinieri di Frosinone. In quel periodo è finito sotto i riflettori del programma tv Le Iene che si è occupato diverse volte del caso dell’omicidio del sindaco Pescatore.

L’accusa fu quella di aver depistato le indagini, intervenendo sul posto nonostante, effettivamente, si trovasse in vacanza ad Acciaroli.

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Redazione

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