Omicidio Vassallo: “a sparare fu Lazzaro Cioffi”

Nuovi elementi si aggiungono al complesso mosaico dell’omicidio di Angelo Vassallo, il sindaco pescatore di Pollica ucciso nel 2010.

Da un nuovo fascicolo d’indagine sull’omicidio, emergerebbe l’individuazione del killer. Secondo quanto si legge dai nuovi verbali depositati in cancelleria (in vista del Riesame) l’attenzione degli inquirenti si concentra sempre di più sulla figura di Lazzaro Cioffi, attendente dell’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, entrambi indagati.

IL RIESAME

A chiedere la revoca delle misure cautelari, l’ufficiale dei carabinieri FabioCagnazzo (difeso dall’avvocato Ilaria Criscuolo), l’ex brigadiere Lazzaro Cioffi (difeso dall’avvocato Giuseppe Stellato) e l’imprenditore
Giuseppe Cipriano (difeso dall’avvocato Giovanni Annunziata).

Invece l’ex collaboratore di giustizia Romolo Ridosso non è ricorso al Riesame.

LE PAROLE DI RIDOSSO

Sentito nel carcere di Ferrara (tra l’11 e il 12 novembre scorso), dove è recluso per un cumulo di pena  Ridosso fa un nome: Lazzaro Cioffi; il carabiniere ‘infedele’, ma molto vicino a Cagnazzo.

Ridosso ha affermato che Cipriano, un altro degli indagati, gli avrebbe confessato che l’esecutore materiale dell’omicidio era proprio Cioffi. “In particolare mi disse ‘è stato o cumpagno tuo’. Io dedussi che era Cioffi perché era l’unico del gruppo che frequentavo assieme a lui“, ha dichiarato Ridosso.

Secondo Ridosso, la scoperta del traffico di droga da parte del sindaco avrebbe contribuito ulteriormente a segnare la sua condanna a morte.

CIPRIANO CONTRADDITTORIO

Le dichiarazioni di Romolo Ridosso trovano un apparente riscontro nelle contraddizioni emerse nell’interrogatorio di Giuseppe Cipriano. L’imprenditore di Scafati avrebbe fornito versioni discordanti dei suoi rapporti con Ridosso e con un narcotrafficante partenopeo, fornendo alibi che gli inquirenti riterrebbero poco credibili.

IL MOVENTE

Secondo quanto riferito sempre da Ridosso, Cipriano avrebbe indicato come motivi dell’omicidio di Vassallo la volontà del sindaco di cacciarlo da Acciaroli a causa di un furto commesso da un suo dipendente presso il ristorante di famiglia, nonché per il rifiuto di concedere degli appalti pubblici.

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Redazione

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