Sevizie al figlio di 5 mesi, il padre puntava ai sussidi

Potrebbe avere un movente ‘economico’ la terribile storia del padre 22enne arrestato a Padova mentre seviziava il figlio di 5 mesi, infilandogli una mano in bocca, ricoverato nel reparto di pediatria dell’ospedale cittadino.

L’ipotesi investigativa che si sta facendo avanti è che l’uomo – in carcere da sabato scorso dopo essere stato arrestato in flagranza di reato dalla polizia – mirasse a causare problemi permanenti al figlio, così da ottenere in futuro sussidi e aiuti pubblici motivati con le condizioni di salute del figlio.

Un’ipotesi che non ha ancora trovato conferme, ma che con il procedere degli accertamenti appare quella più vicina alla realtà.

LE INDAGINI

Il padre, un 22eenne di origine sinti, con un piccolo precedente di polizia per truffa, è disoccupato, non risulta aver mai lavorato, ed ha un secondo figlio, un bambino di 3 anni.

In questa storia la moglie, madre dei due bambini, una ragazza di 20 anni, non avrebbe responsabilità. La donna ha detto finora di non essersi mai accorta dei comportamenti del compagno.

Il bimbo però, da agosto passava da un ricovero all’altro, e quando sembrava migliorare per i trattamenti dei medici, improvvisamente peggiorava senza ragioni apparenti.

Questo fino alla settimana scorsa, quando i medici della pediatria di Padova, dove il piccolo era stato portato una decina di giorni fa, si sono accorti he il neonato presentava inspiegabili lesioni al cavo orale, con conseguenze su lingua, tonsille e palato.

ORGANI INTERNI FRATTURATI

C’erano poi danni anche ad organi interni, come i reni. E dato che il piccolo, in terapia intensiva, poteva essere visitato solo dai genitori oltre che dal personale sanitario, i medici hanno allertato la Questura, e questa ha avvisato la Procura.

Gli accertamenti tecnici, con microcamere piazzate nella stanza del bambino, hanno consentito di accertare che era il padre a provocare volontariamente i maltrattamenti.

L’ARRESTO

L’uomo è stato bloccato dagli agenti mentre stava nuovamente infierendo sul bambino.

Il 22enne non ha opposto resistenza, è rimasto in silenzio, e così ha fatto davanti al gip, nell’interrogatorio di garanzia.

Il giudice lo ha lasciato in carcere, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e lesioni gravi.

Il bimbo è ancora ricoverato nella terapia intensiva dell’ospedale patavino, con riserva di prognosi.

Quando potrà lasciare il reparto è assai probabile che con la madre e l’altro fratellino venga portato in una comunità protetta.

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Redazione

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