Sfiducia Berlusconi, Laboccetta: “Bocchino pentito? Chiarisca rapporti finiani e toghe rosse”
“Chi come me ha vissuto in prima persona scena e retroscena della crisi politica che nel 2010 portò alla dissoluzione del centrodestra berlusconiano non può che apprezzare l’atto di pubblica contrizione con cui l’on. Italo Bocchino, ospite della trasmissione di RaiTre “La confessione”, condotta da Peter Gomez, ha ammesso la propria responsabilità nella concatenazione degli eventi che in quel periodo condusse prima alla caduta del governo e poi alla conseguente dissoluzione del centrodestra berlusconiano”.
Lo dichiara l’on. Amedeo Laboccetta, presidente dell’associazione Polo Sud per il quale si tratta di “un vulnus che oggi, pur a distanza di tanto tempo, non si può sanare limitandosi a dire ‘scusate abbiamo sbagliato’”.
“L’on. Bocchino, tuttavia, che con Gianfranco Fini fu protagonista negativo di quella sciagurata stagione, sa fin troppo bene che chiedere scusa ora per allora non basta. La caduta del governo Berlusconi non fu infatti un semplice inciampo parlamentare o il frutto della solita manovra di palazzo ma fu un vero colpo di Stato, come da me documentato in un libro mai confutato e mai smentito. Un sovvertimento della volontà popolare che aveva trovato in Giorgio Napolitano il suo regista e in Gianfranco Fini il suo killer mentre dagli spalti di non poche cancellerie europee saliva il fragore di interessati applausi. Risultato: Berlusconi fu costretto alla resa”.
“Se Bocchino è davvero convinto che la mozione di sfiducia a Berlusconi fu un errore, deve raccontare fino in fondo la verità su quei tempi opachi. E svelare, ad esempio, il ruolo giocato in quel torbido frangente dalla magistratura politicizzata, all’epoca incoraggiata, e non a caso, anche dall’ostentato e convinto sostegno dei finiani di Futuro e Libertà”, aggiunge Laboccetta, che agiunge: “Quel che occorre, insomma, è un’operazione-verità su quei fatti. Le scuse di Bocchino sono un passo avanti, ma non ripagano i tanti parlamentari provenienti da Alleanza Nazionale che non esitarono a schierarsi con Berlusconi pur di non tradire il mandato degli elettori. Tra questi c’era anche Giorgia Meloni. Conoscere la verità, solo la verità, tutta la verità è anche un suo diritto”.