Teverola. Due ex sindaci agli arresti
In data odierna, nell’ambito di attività di indagine diretta da questa Procura della Repubblica, i Carabinieri di Aversa hanno dato esecuzione a un provvedimento che ha disposto l’applicazione di otto misure cautelari personali, di cui quattro arresti domiciliari e quattro divieti di dimora nel Comune di Teverola.
Agli arresti domiciliari due ex sindaci: Biagio Lusini e Tommaso Barbato (dimessosi dalla carica di vicesindaco – giunta sindaco Caserta – per via dell’inchiesta).
Ristretti in casa anche il tecnico Gennaro Pitocchi e l’ex consigliere Pasquale De Floris (già dimessosi nelle settimane precedenti).
Divieto di dimora nel comune di Teverola per l’altro ex consigliere coinvolto Pasquale Buonpane (dimissosi in seguito all’indagine); per l’imprenditore Angelo Morra, Alessandro Pisani e Teresa La Palomenta (consorte del tecnico Pitocchi).
Respinta la richiesta d’arresto per gli altri indagati.
LA VICENDA
L’attività di indagine, svolta per diversi anni e rivelatasi particolarmente proficua sin dalle sue prime battute, è stata eseguita mediante l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali, associate a servizi di osservazione e pedinamento e si è giovata di rilevanti acquisizioni di atti e documenti presso il Comune di Teverola.
Nell’arco temporale in cui si sono svolte le indagini, è emerso come gli amministratori al vertice del Comune di Teverola hanno asservito la loro funzione agli interessi privati, ponendo in essere condotte contrarie ai loro doveri di ufficio e/o assecondando le richieste dei privati in cambio di denaro e di altre diverse utilità.
IL PARCO IRIS A TEVEROLA
I fatti riguardano la gestione dell’ufficio tecnico del Comune di Teverola e i permessi a costruire rilasciati per la realizzazione del Parco Iris, un complesso residenziale sottoposto a sequestro giudiziario insieme ad un altro immobile realizzato in via Fratelli Bandiera.
Ruolo chiave dell’inchiesta è quello dell’ex sindaco Lusini, ritenuto il mediatore tra amministratori, imprenditori e tecnici.
Per gli inquirenti è Lusini che, anche durante il mandato da sindaco di Barbato – primo cittadino tra il 2019 e il 2023 – contro il quale si era candidato alle elezioni del 2019, dettava la linea; e così all’ufficio tecnico, secondo l’accusa, dovevano esserci solo dirigenti pronti a esaudire le richieste sue e degli imprenditori edili che volevano realizzare gli immobili poi da vendere.
Dalle indagini è emersa la consegna da Lusini all’ex indaco Barbato di diverse somme di denaro che Lusini aveva ricevuto dai costruttori finiti sotto indagine.
LUSINI TRA POLITICA ED AFFARI
Lusini, all’epoca dei fatti ricopriva la duplice veste sia di consigliere comunale di minoranza che di imprenditore di fatto della società che doveva realizzare il complesso edilizio, nella piena consapevolezza dell’illiceità dell’intero progetto edificatorio di cui sarebbe stato (insieme ad altri) il principale ideatore, avrebbe svolto il ruolo di mediatore tra il proprietario dei terreni agricoli oggetto dei permessi di costruire e figure apicali della giunta comunale, tra cui il sindaco Tommaso Barbato e l’assessore ai lavori pubblici Pasquale De Floris.
GLI ALTRI INDAGATI
Nell’indagine dei sostituti Cesare Sirignano e Patrizia Dongiacomo figurano anche altri sette indagati, tra cui l’ex assessore comunale Biagio Pezzella, che ad inizio ottobre, quando si seppe dell’indagine, si dimise dalla carica in giunta ma non da quella di consigliere comunale, il responsabile dell’area finanziaria del Comune Massimiliano Schiavone, Davide Vargas, ex dirigente dell’Urbanistica di Teverola, e il costruttore Giovanni Miniero.