Calci e pugni per aver difeso amico, la mamma: “lo avevano ridotto a un mostro”

“Mio figlio lo avevano ridotto a un mostro. Noi lo abbiamo scoperto il giorno dopo quanto accaduto, quando ha aperto la porta per andare a scuola. Stava perdendo un occhio”.

Nonostante sia passato un pò di tempo da quel 16 ottobre, è ancora molto colpita Alessandra, la mamma del ragazzo accerchiato e colpito da sei ragazzi nel centro di Sorrento solo per aver difeso un amico in una lite per motivi di gelosia.

I sei sono finiti ieri agli arresti domiciliari per lesioni personali aggravate.

LA VICENDA

Prima lo accerchiarono, poi lo picchiarono ed una volta caduto a terra continuarono ad infierire su di lui con calci e pugni.

I fatti risalgono allo scorso 16 ottobre quando un 18enne fu picchiato violentemente da un gruppo per aver difeso un amico: oggi sono state eseguite misure cautelari – arresti domiciliari – a carico di sei giovani, tutti di età compresa tra i 18 e i 20 anni.

Le indagini dei carabinieri partirono immediatamente grazie alla denuncia dei genitori della vittima.

Per quel pestaggio il 18enne è stato sottoposto ad una pluralità di interventi di chirurgia ricostruttiva, con prognosi di guarigione, allo stato, di almeno 3-4 mesi. Ed il tutto sarebbe avvenuto per futili motivi.

Secondo quanto ricostruito dai militari della compagnia di Sorrento, infatti, il 18enne avrebbe difeso un suo amico da un ragazzo – uno degli aggressori – che si era ingelosito per il fatto che aveva accompagnato a casa la sua ex fidanzata.

“NON STIAMO BENE”

Parlando davanti alle telecamere, la mamma del giovane picchiato rimarca “purtroppo noi non stiamo bene, per la sua storia clinica, per quello che lo aspetta ancora per parecchi mesi, per il suo reinserimento psicologico”.

Nella aggressione il giovane ha riportato la frattura della mandibola e dello zigomo, colpito anche mentre stava a terra, a calci e pugni. Già sottoposto a varie operazioni chirurgiche, deve ancora sottostare a un periodo lungo di cure.

“Mi aspetto – aggiunge Alessandra, interpellata anche da Corriere della Sera, Repubblica e Mattino – che questi ragazzi imparino dalla disavventura di mio figlio che la vita degli altri va rispettata. Ho solo tanta speranza che questi ragazzi siano recuperabili perché sono la nostra società del domani”.

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Redazione

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