Cena di Natale tra colleghi degenera in violenza sessuale

Una cena tra colleghi per scambiarsi gli auguri di Natale sarebbe degenerata in violenza sessuale. Il presunto abuso sarebbe avvenuto la scorsa notte in un locale del centro di Genova.

Il brindisi, gli auguri, le chiacchiere e le risate. Ma a fine serata la violenza. Una cena tra colleghi per scambiarsi gli auguri di Natale, come quasi tutte le aziende fanno in questo periodo, sarebbe poi degenerata in un abuso sessuale.

La presunta violenza sarebbe avvenuta la notte tra giovedì e venerdì in un locale di corso Italia, il lungomare di Genova, dove d’estate si concentra la movida ma con locali aperti anche di inverno.

A denunciare la vicenda è stata la vittima, una giovane di 22 anni. Sulla presunta aggressione indagano gli agenti del commissariato Foce.

LA VICENDA

La vittima, secondo quanto da lei stessa raccontato, era uscita con alcuni colleghi per la consueta cena di auguri. Dopo la cena, la comitiva si è spostata in un altro locale.

Qui uno dei colleghi l’avrebbe fatta bere qualche cocktail e poi, in una zona più appartata, avrebbe abusato di lei.

Dopo l’aggressione, la giovane avrebbe prima chiamato la madre e la sorella per farsi venire a prendere. Poi ha cambiato idea e ha preferito tornare nella sua abitazione in centro storico con un taxi.

LA VIOLENZA SESSUALE

A chiamare i soccorsi è stata la madre della donna. L’anziana ha visto la figlia sconvolta e le ha chiesto cosa fosse successo. E la figlia prima le avrebbe parlato di molestie, ma messa alle strette ha ammesso di avere subito una violenza sessuale.

Al suo racconto, la madre, ha chiamato il 118 per farla portare in ospedale. Con l’ambulanza è stata portata al pronto soccorso dell’ospedale Galliera, il nosocomio specializzato per la presa in carico delle vittime di abusi. E’ stato attivato subito il protocollo rosa.

La giovane è stata sottoposta agli esami medici ed è stata affiancata da una psicologa. Inoltre è stata sottoposta ai test tossicologici.

IL PROTOCOLLO ROSA

Un anno fa l’ospedale ha siglato un protocollo, apripista in Italia, in Prefettura: all’accesso in pronto soccorso vengono eseguiti tempestivamente esami tossicologici specifici per capire se la vittima sia anche stata drogata prima dell’abuso.

La procedura era nata dopo l’aumento di casi di donne che arrivavano con un black out totale di quanto successo in discoteca perché di nascosto magari qualcuno le aveva fatto ingerire la cosiddetta droga dello stupro. Il racconto della giovane è adesso al vaglio degli investigatori.

Gli agenti hanno acquisito le immagini delle telecamere di videosorveglianza per capire cosa sia successo nel locale.

Redazione

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