Afragola. Rapine per coprire abusi sessuali nel Santuario: altri arresti

Nella mattinata odierna, nell’ambito di attività di indagine diretta dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord – Aversa, i Carabinieri della Stazione di Afragola hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord su richiesta dell’Ufficio di Procura, che dispone la misura della custodia cautelare in carcere per un soggetto e la misura degli arresti domiciliari per altre due persone, gravemente indiziati del delitto di rapina aggravata in concorso.

Tre persone gli arresti: Giovanni Castaldo di 52 anni (ai domiciliari) e i ventenni Sergio Colalongo e Patrick Filippini – il primo finito in carcere, gli altri due ai domiciliari – con l’accusa di aver preso parte con altre persone (già arrestate), ad una rapina commissionata da due preti in servizio tra Afragola e Piedimonte Matese nei confronti di presunte vittime, entrambi uomini, di abusi sessuali da loro commessi.

Lo scopo era rubare i cellulari in cui c’erano video e foto dei rapporti sessuali tra i sacerdoti e le due persone, ma i banditi alla fine sono riusciti ad impossessarsi del telefonino di solo una delle vittima.

Nell’agosto scorso erano finiti in manette i sacerdoti Domenico Silvestro e Nicola Gildi, il primo parroco della Basilica di Sant’Antonio di Padova di Afragola (Napoli) e il secondo in servizio al Convento “Santa Maria Occorrevole” di Piedimonte Matese (Caserta) che, è emerso dalle indagini, avrebbero pagato 5mila euro per commissionare il colpo, i due esecutori materiali della rapina Biagio Cirillo e Danilo Bottino, l’uomo cui i preti si erano rivolti per organizzare il raid, Domenico De Maso, e colui che ha materialmente individuato le persone cui affidare l’incarico, Giuseppe Castaldo.

Ma già il giorno dopo l’arresto, i carabinieri di Afragola, coordinati dalla Procura di Napoli Nord (sostituto Cesare Sirignano), avevano compreso che a partecipare alla rapina erano state più persone, e così hanno sottoposto ad intercettazione gli indagati arrestati e anche qualche loro familiare.

E le intercettazioni hanno permesso agli inquirenti di chiudere il cerchio delle indagini e identificare gli altri tre complici.

Giuseppe Cirillo, padre di Biagio, viene intercettato mentre parla con un amico della rapina cui ha preso parte il figlio, rivelando il coinvolgimento di Giovanni Castaldo, ritenuto vicino al clan camorristico Capasso, operante nei comuni dell’hinterland napoletano di Marigliano e Mariglianella; in carcere invece Bottino, parlando con la compagna, rivela chi era con lui in auto quando è andato a fare la rapina, e fa i nomi di Patrick, identificato come Filippini, che era colui che guidava l’auto, di Giovanni Castaldo che avrebbe indicato la casa dove erano le due persone da rapinare, e Sergio Colalongo, che sedeva sul sedile posteriore con Castaldo.

Dalle indagini è emerso anche che gli indagati arrestati ad agosto avrebbero ricevuto soldi da chi era fuori come avviene per i clan di camorra; con qualche eccezione però, visto che Giuseppe Cirillo, padre di Biagio, non avrebbe accettato i mille euro, mentre Bottino in carcere si lamenta che uno dei complici non arrestati non gli avesse dato nulla. “Mo che esco deve darmi il 1000 euro che si è guadagnato”, dice.

Redazione

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