Neonati sepolti, anche Chiara Petrolini ha scelto i loro nomi
Oltre al suo ex fidanzato Samuel, anche Chiara Petrolini ha registrato all’anagrafe i due neonati che la stessa 21enne è accusata di aver ucciso e seppellito nel giardino di casa, dopo averli partoriti in segreto.
A quanto apprende la Dire, infatti, i nomi dati ai due bambini (Angelo Federico e Domenico Matteo) sono stati decisi dai genitori di comune accordo.
IL PADRE VUOLE ORGANIZZARE IL FUNERALE
Il tutto è avvenuto nell’ambito di una procedura per la formazione di atti di nascita e di morte dei piccoli avviata d’ufficio dalla Procura di Parma, unico soggetto deputato a farlo dal momento che l’autorità giudiziaria era venuta al corrente della loro esistenza dopo averne rinvenuto i resti.
Intanto, come fa sapere la legale di Samuel, il giovane ha intenzione di organizzare un funerale non appena ci sarà il nulla osta delle autorità giudiziarie.
Chiara Petrolini torna nella casa dove ha seppellito due neonati
Chiara Petrolini torna a vivere con i genitori nella villetta a Vignale di Traversetolo (Parma) in cui, secondo le accuse, ha seppellito i due neonati da lei partoriti in segreto a maggio del 2023 e ad agosto del 2024.
Fino al dissequestro dell’abitazione, avvenuto ai primi dello scorso dicembre, la studentessa 21enne si era trasferita con la famiglia in un appartamento a Parma.
Neonati sepolti, la Cassazione sarà il 25 febbraio
È fissata per il 25 febbraio l’udienza in corte di Cassazione per decidere sulla custodia cautelare in carcere di Chiara Petrolini.
Per la ragazza, arrestata a settembre dell’anno scorso, disposti gli arresti domiciliari dove attualmente si trova.
Una misura ritenuta troppo blanda dalla Procura di Parma che ha fatto ricorso chiedendo la detenzione in una struttura penitenziaria. La tesi del procuratore capo Alfonso D’Avino è stata accolta dal tribunale del Riesame di Bologna che, il 30 novembre scorso, ha disposto il trasferimento in carcere della studentessa.
L’esecuzione del provvedimento è “congelata” dal ricorso in Cassazione del legale di Petrolini, il reggiano Nicola Tria, di cui si attende ora l’esito.
(Dire)