Il prete innamorato di Ischia: “un dono di Dio”
“Non rimpiango quello che ho fatto, è stato un dono di Dio”: lo ha detto, raggiunto al telefono da Storie Italiane su Rai1, don Antonio Scala, il sacerdote che nei giorni scorsi si è dimesso da tutte le sue cariche ecclesiastiche a Ischia a causa di una relazione con una parrocchiana sposata.
“Il futuro non lo conosco, io spero di continuare con questa donna perché ci vogliamo bene”, ha aggiunto.
“Per me è stato qualcosa di molto forte, altrimenti ci saremmo allontanati come dopo una passeggiata, tu vai a casa tua, io ritorno a casa mia e nascondiamo tutto. Ma non ci siamo riusciti. Possiamo ingannare gli uomini, ma Dio alla fine vede tutto e sa tutto. Ho pensato di andare dal vescovo e dirgli ‘ho fatto questo’ e di prendermi la responsabilità, ci vuole un po’ di tempo per tutti”.
IL RICORDO DELLA COMUNITÀ
“Voglio bene alla comunità – ha poi concluso – porto tutti nel cuore, spero che non si allontanino dalla Chiesa. Ma questa è la mia vita, una mia scelta che non c’entra con loro. Non ritorno, ormai ho chiuso e non mi sento più di fare il prete. Non basterebbe una confessione, ci vuole una conversione”.
L’OMELIA DEL VESCOVO DI ISCHIA
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Ha terminato la sua omelia chiedendo ai fedeli presenti in chiesa una preghiera particolare per don Antonio e per tutti quelli che vivono questi “momenti particolari”, “senza giudicare”, monsignor Carlo Villano, vescovo di Ischia, che ieri pomeriggio ha celebrato la messa nella parrocchia della Natività di Maria Santissima e Sant’Alfonso Maria de’ Liguori retta fino a pochi giorni fa dal sacerdote coinvolto nella relazione con una donna sposata e madre di due figli.
“Sono giorni particolari, è una celebrazione che assume un significato particolare, ma noi vogliamo confidare tutti nel Signore che accompagna e guida i nostri passi. Invochiamo il dono della sua Misericordia e chiediamo perdono per tutti i nostri peccati, per tutte quelle volte che non abbiamo vissuto la bellezza della nostra fede”, ha detto Sua Ecc. Mons. Villano davanti ad una chiesa piena.