Aversa. Rapina Popolare di Bari, direttore sequestrato e minacciato
Sequestrarono il direttore della filiale dell’ex Banca Popolare di Bari (ora BdM | Banca del Mediterraneo, ndr) di via Saporito ad Aversa, per farsi dare i soldi presenti nell’istituto di credito come riscatto. Emerge dalle carte dell’inchiesta eseguita dai carabinieri della compagnia di Aversa che hanno tratto in arresto G.M., 38enne di Napoli, con le accuse di rapina e sequestro di persona.
LA PRIMA RAPINA
Secondo quanto ricostruito, G.M., insieme a S.C. (già iarrestato pochi giorni dopo il blitz armato), avrebbe assaltato la banca di via Saporito lo scorso 5 gennaio 2024.
I due, con la minaccia di una pistola, costrinsero i dipendenti ad aprire la cassaforte – sotto minaccia di una pistola – facendosi consegnare la somma di quasi 60mila euro. Dipendenti e clienti presenti in filiale vennero chiusi in uno stanzino.
LA SECONDA RAPINA CON SEQUESTRO
Il 27 marzo, intorno alle 7:50 del mattino, G.M. e un complice tornano a colpire la stessa filiale bancaria di Aversa già presa di mira poco più di due mesi prima. Questa volta, però, il loro modus operandi è diverso.
Avvicinano il direttore dell’istituto di credito, che aveva parcheggiato l’auto in strada, e lo costringono sotto la minaccia di un’arma a risalire in macchina. Uno dei malviventi si mette al volante, mentre l’altro si siede accanto al direttore, puntandogli una pistola nel fianco sinistro.
I rapinatori chiedono al direttore quanto denaro sia presente nella banca, ricevendo come risposta la cifra di circa 30mila euro.
Decidono quindi di far chiamare un impiegato, invitandolo a recarsi nel parcheggio di un centro commerciale a Giugliano in Campania.
‘TI TAGLIAMO UN ORECCHIO’
Durante il tragitto in auto, il direttore della banca viene minacciato non solo con armi: “ti tagliamo un orecchio se non ci vengono dati i soldi”. L’impiegato riesce a raggiungere il direttore e riceve istruzioni precise per la consegna del denaro. In una successiva telefonata tra il direttore e l’impiegato, i banditi sentono le sirene dei carabinieri. Presi dal panico, decidono di liberare il direttore nei pressi dell’aeroporto di Capodichino, temendo di essere catturati.
DALLE TELEFONATE MINATORIE ALL’ARRESTO
Nei giorni successivi al sequestro, una serie di telefonate arrivano alla filiale di via Saporito ad Aversa. Gli interlocutori chiedono insistentemente del direttore, affermando che qualcuno sarebbe stato inviato a ritirare i soldi. Queste chiamate mettono in allarme il dirigente, che decide di denunciare il tutto ai carabinieri. Grazie a tali segnalazioni, le forze dell’ordine riescono a tracciare un numero di telefono e identificare G.M., già arrestato per una precedente rapina in banca a Napoli.