‘Bambin*’ sul documento della scuola: è polemica a Napoli
Protesta di un padre per la scritta ‘bambin*’ sulla circolare. È accaduto in un istituto di Napoli per una comunicazione ufficiale destinata ai genitori.
“Quando ho letto quella circolare, sono saltato sulla sedia. Per me è gravissimo, si tratta di un annullamento del genere. Non posso accettarlo”.
Massimiliano Errico, avvocato e padre di un bambino di tre anni, non nasconde la sua indignazione per quanto accaduto all’Istituto Novaro-Cavour di Napoli, dove una comunicazione ufficiale destinata ai genitori parlava di un’attività didattica ai ‘bambin*’, eliminando qualsiasi riferimento al genere maschile o femminile.
“All’inizio ho firmato il modulo senza farci caso, poi la mia compagna mi ha avvisato che nella chat dei genitori si stava creando agitazione. Ho riletto il documento ed è stato un attimo, ho capito che qualcosa non andava”.
Errico si è recato a scuola per chiedere spiegazioni: “Ho chiesto di parlare con la preside, ma mi è stato detto che riceve solo su appuntamento. Ho spiegato che la questione era grave, che bastavano cinque minuti. Mi hanno risposto di no, che la preside non avrebbe parlato”.
Il confronto con la vicepreside: “Mi ha detto che il modulo sarebbe stato modificato e che l’uso dell’asterisco riguardava solo i bambini più grandi, quelli delle medie. Ma io mi chiedo, cosa significa? Un bambino di prima o seconda media deve imparare una lingua diversa, in cui si eliminano vocali e generi? Questo inaccettabile”.
“Si è trattato di un refuso”. A sottolinearlo lo stesso Ufficio scolastico regionale della Campania a proposito della comunicazione inviata alle famiglie dall’Istituto Comprensivo “A.S. Novaro-Cavour” di Napoli, in cui la parola “bambini” era stata sostituita con “bambin*”.
L’USR Campania, dopo gli approfondimenti con la preside dell’istituto dichiara che “si sarebbe trattato di un mero errore materiale”.
La Dirigente Scolastica “ha in ogni caso già provveduto a correggere il refuso, inviando alle famiglie un nuovo modulo con la formulazione corretta”, precisa il Ministero dell’Istruzione e del Merito in una nota.