Omicidio fratelli Marrandino, al via il processo
Si è aperto presso la Corte di Assise di Napoli il processo a carico di Antonio Mangiacapre, l’operaio di Cesa accusato di aver ucciso a colpi di arma da fuoco i fratelli Marco e Claudio Marrandino lo scorso 15 giugno.
L’omicidio è avvenuto in via Astragata, nei pressi dello svincolo della statale Nola-Villa Literno.
PROSSIMA UDIENZA A MARZO
Durante la prima udienza, sono state discusse le questioni preliminari e l’ammissione delle prove.
Il processo è stato rinviato al mese di marzo, quando avrà luogo l’escussione dei testimoni dell’accusa.
LA VICENDA
Secondo la ricostruzione del sostituto procuratore Antonio Vergara, i fratelli Marrandino si trovavano a bordo del loro SUV quando è scoppiata una discussione con Mangiacapre.
Quest’ultimo avrebbe quindi estratto una pistola, aprendo il fuoco contro Claudio, che era alla guida, e successivamente contro Marco, che aveva tentato di fuggire.
La scena si è svolta sotto gli occhi di una pattuglia di carabinieri, che ha permesso di identificare rapidamente Mangiacapre come il principale sospettato.
ARSENALE DI ARMI
L’uomo, noto per la sua passione per le armi, deteneva illegalmente un vero e proprio arsenale. Tuttavia, l’arma utilizzata per commettere l’omicidio non è stata ancora ritrovata.
Le prime ipotesi investigative, che collegavano il duplice omicidio a dispute su eredità o aste giudiziarie, sono state smentite nel corso delle indagini.
Gli inquirenti ritengono che Mangiacapre abbia agito in preda a un raptus di rabbia incontrollata, senza un motivo razionale.
ALIBI PER DEPISTARE INDAGINI
Il tentativo dell’imputato di costruirsi un alibi, recandosi presso una clinica e un’azienda agricola di un parente, è stato rapidamente smascherato.
La posizione di altre quattro persone, tra cui la moglie e il figlio di Mangiacapre, inizialmente indagate per favoreggiamento, è stata archiviata per mancanza di prove.