Quella voglia di Trump: Gaza la nuova Las Vegas

Il primo amore non si scorda mai. Non parliamo di rapporti sentimentali con persone ma della caratteristica che a livello di Dna, evidentemente, è stato trasmesso al Presidente Donald Trump: il palazzinaro. Lo scrive, nel suo editoriale, il direttore della ‘Dire’ Nicola Perrone.

Per la Treccani è chi ‘… raggiunge rapidamente il successo economico grazie all’utilizzo di manodopera a basso costo, all’adozione di tipologie edilizie ad alta intensità abitativa… spesso ricorrendo ad abusi, corruzione, violazione dei regolamenti edilizi e urbanistici’.

Da lì è partito il Trump imprenditore oggi Presidente che vede nella distruzione di Gaza da parte dell’esercito israeliano solo un affare immobiliare: vabbè, bisogna sbarazzarsi dei due milioni di palestinesi, ma ormai sono ridotti a straccioni che vivono per strada, quindi saranno d’accordo a essere deportati altrove, e così si potrà realizzare la nuova Las Vegas mediorientale a disposizione dei viziosi del mondo.

L’Egitto a Trump: “Ricostruire Gaza senza sfollare i palestinesi”

Priorità alla “necessità di ricostruire” la Striscia di Gaza, “senza sfollare i palestinesi, per salvaguardare i loro diritti” tra cui quello di “vivere sulla loro terra”: lo ha affermato il presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi, in una dichiarazione in cui il suo ufficio di presidenza riporta il contenuto di un colloquio telefonico con il primo ministro della Danimarca, Mette Frederiksen.

Al-Sisi è tornato a ribadire la posizione del Paese rispetto all’annuncio del presidente americano Donald Trump di voler prendere in gestione la ricostruzione di Gaza, per trasformarla nella “Riviera del Medio oriente”, espellendo la popolazione palestinese residente in Egitto e Giordania.

Di fronte al rifiuto manifestato da ambo i due Paesi, Trump ha minacciato di “tagliare gli aiuti” che ottengono gli Stati Uniti.

Sul tema si concentrerà il meeting di oggi a Washington tra il re di Giordania, Abdullah II, e il presidente Trump. Il viaggio del leader giordano avviene in un momento di tensione anche rispetto alla tregua tra Hamas e Israele, e la ripresa dei negoziati per la seconda fase.

L’organizzazione palestinese, citando violazioni dell’accordo, ha sospeso a tempo indeterminato il rilascio degli ostaggi che era previsto per sabato prossimo, il 15 febbraio. Una decisione che non cambierà “fino a nuovo avviso”. A comunicarlo è stato il portavoce di Hamas, Abu Obeida.

Hamas ha poi fatto sapere che “le garanzie Usa per il cessate il fuoco non sono più i vigore”.

Dichiarazione che arriva all’indomani di quella espressa da Donald Trump a margine del Super Bowl, ovvero: “Sono impegnato ad acquistare e possedere Gaza”, con cui ha rilanciato il piano per sfollare i palestinesi da Gaza. Hamas ha, infine, fatto sapere che “la porta resta aperta” per riuscire a rispettare la data del rilascio prefissata. L’annuncio dello slittamento è un avvertimento affinché Israele “adempia ai propri obblighi”.

(Dire)

Redazione

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