Studentessa molestata dal medico durante il tirocinio

Una studentessa della facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Bari avrebbe subito delle molestie durante il suo tirocinio pre-laurea presso lo studio di un medico di medicina generale.

Devo dire all’Università che non possono più mandarmi studentesse come te altrimenti non riesco a lavorare. Hai degli occhi che quando non li vedrò più, me li sognerò la notte’. Sono le parole che una 22enne si sarebbe sentita rivolgere da un medico la scorsa estate.

Quando la ragazza era impegnata in quello che è un percorso curriculare, dunque obbligatorio.

La tirocinante, dopo il reiterarsi di comportamenti molesti, ha scelto di fare un passo indietro. Interrompendo il tirocinio già a giugno del 2024.

LA DENUNCIA

A denunciarlo è l’associazione studentesca Udu-link che, con un post pubblicato sui social, ha annunciato di aver “inviato una segnalazione agli uffici competenti per denunciare quanto accaduto, affinché si prendano tutte le misure necessarie affinché episodi del genere non si ripetano più”.

In un lungo post pubblicato si legge: “Ancora una volta, i luoghi della formazione diventano spazio di molestie e violenza. Questa volta è accaduto durante il tirocinio pre-laurea ai danni di una studentessa del corso di laurea in medicina e chirurgia“.

‘RIMUOVERE MEDICO DALLE LISTE’

Nelle slide che accompagnano la denuncia social, gli studenti di Link spiegano di aver già segnalato all’amministrazione dell’ateneo di Bari quanto accaduto, chiedendo al rettore Stefano Bronzini di rimuovere il medico dall’elenco dei professionisti presso cui è possibile effettuare un tirocinio formativo rendendo poi pubblico l’elenco aggiornato.

Il post, dal titolo “Fuori le molestie dalla nostra università”, invita altre vittime di violenza a denunciare e si conclude con i contatti del centro antiviolenza del Policlinico di Bari.

“È ora di istituire uno statuto dei diritti e dei doveri dei tirocinanti – scrive ancora l’associazione – con una figura specifica a cui riferirsi in caso di irregolarità di questo genere. Vogliamo un’università realmente sicura e libera dalla cultura dello stupro imperante nella nostra società e che inquina anche i luoghi della formazione”.

Redazione

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